La notte a Città del Messico, nell'area attorno a Paseo de la Reforma, si popola dei cosiddetti chiavos de la buena onda, ragazzi spesso molto giovani, che si appostano appena fuori dalla Zona Rosa, noto quartiere gay della città, in attesa di clienti.
Hanno tutti tra i 17 e i 35 anni, si conoscono tra di loro, molti sono entrati nel giro tramite amici. Non c'è un capo a gestirli, ognuno è padrone di se stesso.
Molti di questi ragazzi sono stati spinti a questa attività dal bisogno di fare soldi facili in breve tempo, alcuni per pagarsi gli studi, altri per mantenere le famiglie. Sebbene ognuno possa personalizzare a piacimento le proprie tariffe, generalmente si richiedono circa quaranta dollari per quaranta minuti di servizi.
Tra la schiera dei clienti c'è molta varietà, ma se ci si volesse figurare il ritratto di un cliente tipo, lo si dovrebbe individuare in un uomo con più di trent'anni, di estrazione sociale media, che apparentemente conduce una vita da eterosessuale sposato e con figli, almeno di giorno, mentre di notte svela e sfoga la vera natura di omosessuale con uno dei chavos de la buena onda.
La clientela è soprattutto maschile, rara ma non inesistente è quella femminile, costituita soprattutto da donne benestanti. L'area in cui operano questi attori della prostituzione maschile a Città del Messico è monitorata dalla telecamere di sorveglianza, oltre ad essere molto spesso battuta da ronde di polizia, eppure tutto ciò non scalfisce in alcun modo questo traffico di corpi.
Da molti anni ormai, la prostituzione maschile prolifera a Città del Messico nel disinteresse generale delle autorità, che non si accorgono, o più probabilmente, fingono di non accorgersi di essa. Grazie a questa linea molle delle autorità, è sufficiente una buona dose di discrezione perché l'attività dei chavos possa continuare indisturbata. Per questo i ragazzi tengono gli incontri con i clienti solo ed esclusivamente nella casa degli stessi o nei vicini alberghi della zona, Cies, il Bonampak, il Cozumel.
I turni iniziano alle 22 e terminano alle cinque del mattino, si lavora tutti i giorni, domenica esclusa, la media è di quattro clienti a settimana. La maggior parte dei ragazzi impegnati nel giro della prostituzione, considerano temporaneo questo impiego e intendono dedicarsi ad esso fino a che non avranno raggiunto le somme necessarie per pagarsi gli studi o aprire un'attività.
Tenendo gli occhi fissi su questi obiettivi, spesso non si rendono conto dei rischi connessi alla loro attività, oppure non danno loro la giusta importanza. Secondo il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo dell'HIV e dell'AIDS (Censida), infatti, su dieci clienti con cui i chavos de la buena onda hanno rapporti, soltanto sette fanno uso di profilattici.
Il Messico, è tra i Paesi con il più alto tasso di prostituzione maschile, la stessa attività sta avendo un vero e proprio boom in Libano. Qui ad essere assorbiti nell'orbita della prostituzione sono per lo più giovani fuggiti dai loro Paesi d'origine (Iraq e Siria soprattutto).
Giulia Argenti