Storia

Una rinascita per Pompei?

105 milioni di fondi europei per i lavori di restauro. Intanto in tutto il mondo si sta diffondendo la Pompei-mania

24 agosto 79 d.C. Un vulcano dormiente da quasi 2000 anni  incredibilmente si sveglia devastando e ricoprendo intere città. Pompei, Stabia, Ercolano e Oplontis cadono una dopo l’altra sotto la prorompente forza del Vesuvio: dopo la prima fase di esplosioni, le prime due città vengono sommerse da una pioggia di cenere e lapilli, mentre la fine di Ercolano è ancora più tremenda in quanto colpita dal flusso piroclastico.

Pompei resta cristallizzata al momento della tragedia, pura testimonianza della vita romana del I sec. d.C., sepolta sotto strati di pomici che la preservano fino al XIX secolo, quando iniziano gli scavi per volere di Carlo III di Borbone.

Scavi che costituiscono il sito archeologico più grande del mondo e che negli ultimi tre anni sono apparsi più volte sulle prime pagine dei giornali.

Non per il loro valore e la loro importanza per l’archeologia (che li hanno fatti però diventare patrimonio dell’UNESCO nel 1997), non per i 2.300.000 visitatori all’anno, ma per i continui crolli.

Sei i cedimenti negli ultimi tre anni, dal 6 novembre 2010, data in cui crolla la Schola armaturarum fino al dicembre 2013 quando si sbriciola una bottega di via Stabiana e  avviene un crollo di intonaco nella Casa della Fontana Piccola.

Una scarsa tutela di questo patrimonio che finalmente sembra cessare grazie a 105 milioni di fondi europei per i tanto attesi lavori di restauro in 39 cantieri (che dovranno però essere conclusi entro il 2015) e alla nascita del “Grande Progetto Pompei”, il piano strategico, alla cui direzione è stato posto Giovanni Nistri, che dovrebbe rilanciare l’intera area, facendo finalmente migliorare l’accoglienza e valorizzare maggiormente il sito che il mondo ci invidia più di ogni altro.

Infatti in tutto il mondo si sta diffondendo a macchia d’olio la Pompei-mania.

La sventurata città antica è infatti protagonista di mostre (“Vita e morte a Pompei ed Ercolano” al British Museum ha registrato incassi record), romanzi (tra i quali l’ultimo romanzo di Marisa Ranieri Panetta “Vesuvius”), saggi (“Pompei è viva” di Eva Cantarella), canzoni (anche se metaforiche come “Pompeii” dei Bastille) e adesso anche film.

Già perché dopo il successo del documentario “Pompei” girato dal British Museum e proiettato in alcune sale cinematografiche italiane tra i mesi di novembre e dicembre 2013, anche Hollywood si sta dedicando alla fine turbolenta della città romana. “Pompeii” è infatti il titolo del film di Paul W. Anderson, con protagonisti Kit Harington ed Emily Browning, che uscirà in Italia il prossimo 20 febbraio.

Cinzia Colantoni