Storia

Nuove scoperte archeologiche, il Circo Variano

Un importante polo archeologico aperto al pubblico nella capitale

Il Circo Massimo, stando agli ultimi rilievi effettuati presso l’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme, perde il suo primato come circo più lungo della Roma antica.

I suoi 621 metri di lunghezza non bastano più a reggere il confronto con il Circo Variano, che secondo le ultime scoperte misurerebbe 630 metri (largo 125 m), superando il più celebre 'collega' di ben 9 'lunghezze'.

INFO PER VISITARLO -
Indirizzo: Piazza di Santa Croce in Gerusalemme, 3
Zona: Rione Esquilino (Termini-Via Nazionale) (Roma centro)
SITO UFFICIALE
VISITE - Visite il primo e il terzo sabato di ogni mese. Ingresso solo con visita guidata o accompagnata
PRENOTAZIONE TELEFONICA - 0039 06 39967700

Il circus Varianus, fu costruito nel complesso residenziale imperiale detto Ad Spem Veterem, nella parte orientale di Roma; iniziato dall'imperatore Settimio Severo, fu completato da Caracalla ed Eliogabalo (Sesto Vario Avito Bassiano) da cui prese il nome. Nella pista centrale si tenevano le corse dei carri di cui quest’ultimo imperatore era amante, tanto che partecipò ad alcune gare.

Sulla spina del circo era collocato l'obelisco di Antinoo, fatto trasportare dall'Egitto da Adriano ed eretto sulla via Labicana prima di andare a decorare il circus.

In seguito continuò ad essere utilizzato, sia per spettacolo che per le manovre militari in onore dell'imperatore, fin quando non vennero innalzate le Mura Aureliane, che lo divisero in due. Nel corso di un saggio per un intervento dell’Acea nell’area, è stata rimessa in luce una porzione della torre occidentale dello stadio: il ritrovamento della struttura rivela anche il posizionamento delle cabine di partenza dei carri, che erano affiancate alla torre.

E’ stato così possibile stabilire la reale originale estensione del circo, poi ridimensionato da Eliogabalo. Altri interventi hanno riguardato le Terme Eleniane, edificate da Alessando Severo, probabilmente destinate alla pubblica fruizione e chiamate così perché restaurate da Elena, madre di Costantino.

Del complesso rimane visibile solo la cisterna, oggetto di lavori di restauro appena conclusi, poiché le terme furono completamente distrutte agli inizi del ’900 per la costruzione del quartiere attuale.

Uno scavo recente, effettuato nel mese di maggio, ha rinvenuto un muro che coincide perfettamente con la pianta di Palladio, disegno cinquecentesco e unica fonte iconografica che possediamo al riguardo. Anche il Tempio di Venere e Cupido, appena restaurato, è stato oggetto di un nuovo saggio che ne ha portato alla luce la preparazione del pavimento, costituito da lastre di marmo di 90 cm di lato.

Questo importante polo archeologico sarà aperto al pubblico fino al 27 luglio, all’interno della IV edizione della manifestazione “Santa Croce effetto notte”, durante la quale oltre a spettacoli, concerti e proiezioni di film, verranno effettuate visite gratuite (ogni giorno alle 18,30) condotte dall’archeologo Sergio Palladino, nell’area comprendente il circo, l’acquedotto Claudio e alcune strutture del palazzo Sessoriano, residenza imperiale dei Severi, tra cui l’atrio della Villa Severiana trasformato in cappella Palatina da Elena, la basilica civile,  il cosiddetto Tempio di Venere e Cupido (in realtà aula pubblica), le case private a due piani addossate alle mura Aureliane e la domus di via Eleniana con affreschi e mosaici pavimentali.

Cinzia Colantoni