Non tutti sanno che Piazza Navona, una delle più belle piazze barocche di Roma e d'Italia, che a breve si arricchirà delle numerose e tradizionali bancarelle natalizie, deve la sua caratteristica forma al monumento che nel corso dei secoli è andata a ricoprire: lo stadio di Domiziano. La stessa piazza il cui nome (Navona) deriva da in agone è l'eccezionale esempio della sopravvivenza topografica dello stadio. Le case edificate sopra i resti delle gradinate hanno tramandato la forma dello stadio, lasciando libera l'area della pista trasformata in piazza.
L'imperatore Domiziano lo fece realizzare nell'86 d.C., (poco dopo la realizzazione del Colosseo) quando istituì il Certamen Capitolino Iovi, un insieme di gare sportive "alla greca".
Si tratta del primo stadio in muratura della storia di Roma (e perciò unico nel suo genere); era lungo 276 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori. Era destinato principalmente a gare di atletica, in particolare la corsa (il nome infatti deriva da stadion, l'unità di misura corrispondente a 600 piedi - 180m circa - che era la distanza sulla quale si disputava la gara più importante: quella della corsa veloce), infatti non c'erano i carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né la spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli), elementi distintivi invece dei circhi per le gare ippiche con le bighe. Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino ora nell'omonima piazza di fianco a Piazza Navona..
Rimasto chiuso al pubblico per circa quindici anni, lo Stadio è il primo sito archeologico di Roma Capitale affidato in concessione a privati e ha riaperto a dicembre 2013 dopo un lungo lavoro di restauro e riqualificazione dell'area. In meno di un anno dall'apertura sono stati registrati quasi 40000 visitatori, un vero e proprio boom per un monumento appena riqualificato e senza neanche troppo battage pubblicitario.
L'ingresso costa 8 euro, mentre i ragazzi fino a 12 anni entrano gratis. Molto ricche e precise le visite guidate che oltre a presentare il monumento, il suo ingresso principale, le statue e il plastico del monumento integro, fanno anche rivivere l'esperienza sportiva (sia degli atleti che dei tifosi) come la si viveva nell'antichità e non tralasciano uno sguardo generale sull'area in cui lo stadio sorgeva, il Campo Marzio. Attualmente è presente presso il sito anche la mostra "Gladiatores e Agone Sportivo", che attraverso la collezione di corazze, elmi, spade e scudi ricostruita da Silvano Mattesini si pone come un viaggio avvincente nella gladiatura, una delle più caratteristiche espressioni della cultura di Roma antica.
Imperdibili per i più golosi gli appuntamenti domenicali organizzati, circa ogni due settimane presso questo monumento, da Ancient Aperitif in Rome, dove a sport e archeologia si unisce la passione per il cibo. Infatti si ha la possibilità (su prenotazione) di assaggiare i cibi che caratterizzavano la dieta degli sportivi di età romana come la sagina, il formaggio gallico, il vino all'alloro e i buonissimi globula che invece venivano degustati dagli spettatori durante le gare.
Cinzia Colantoni