Il mondo sottomarino ha da sempre affascinato l'uomo per la ricchezza di esseri viventi che vi abitano, ma anche per le tracce che ha lasciato il passaggio umano in molti fondali. L'archeologia subacquea è una branca che ogni anno si arricchisce di nuove scoperte e reperti. Ma non tutti sanno che il mare, questo elemento così importante da sempre per l'uomo e il suo sviluppo, può diventare lui stesso museo, come molti subacquei professionisti e non, possono supporre già osservando i fondali del mare a noi più vicino, il Mediterraneo.
Il museo subacqueo più grande e famoso del mondo è indubbiamente il messicano MUSA (Museo Subacuàtico de Arte), situato nelle acque tra Cancun, Isla Mujeres e Punta Nizucche si estende per ottomila ettari. Lo scopo del museo, che vede tra i fondatori l'artista inglese Jason deCaires Taylor, è dimostrare l'interazione tra l'arte e le scienze ambientali. Infatti esso è costituito da più di 500 statue immerse in acqua rappresentanti figure umane a grandezza naturale, ispirate al mondo contemporaneo e a quello della cultura maya. Esse sono realizzate con materiale ecologico e non inquinante, un cemento speciale che non altera l'ecosistema marino e che anzi stimola la formazione naturale di corallo e la colonizzazione da parte di pesci e molluschi. Da qui il nome dell'installazione: "Evoluzione silenziosa", suddivisa in due gallerie, una situata alla profondità di 8 metri e una a quella di 4. Inaugurato il 27 novembre del 2010 il MUSA è uno dei siti più visitati al mondo, con una media di 750 mila turisti all'anno. Rappresenta dunque una nuova frontiera, per potenziare un turismo sostenibile, attento alla conservazione degli ambienti marini e alla cultura.
In Cina si trova un altro museo subacqueo: inaugurato nel maggio 2009, il Museo Subacqueo di Baiheliang è un sito archeologico situato a Chongquing (al centro della Cina) che rimase sotto le acque della diga delle Tre Gole, la cui costruzione risale a qualche anno fa. Prima della costruzione di questa diga il promontorio del sito veniva inondato dalle acque nel periodo di piena, per tornare visibile durante il periodo di secca, permettendo di osservare le figure dei pesci scolpiti nella pietra e diverse iscrizioni (tra le idrologiche in pietra più antiche del mondo, sulle quali sono state registrate nel corso di mille e duecento anni le variazioni del livello dell'acqua del fiume Yangtzè, i raccolti e titoli dei membri della dinastia Tang). Per salvaguardare il sito (protetto dall'Unesco) le autorità cinesi avevano deciso di coprirlo con una struttura a forma di arco protetta dall'acqua. Successivamente sono stati costruiti due tunnel subacquei che dalla riva permettono al pubblico di visitare il giacimento e contemplare le iscrizioni attraverso i vetri di protezione.
Un progetto mastodontico è invece stato realizzato dall'architetto francese Jacques Rougerie e sarebbe previsto per i prossimi anni. Si tratta della realizzazione di un museo che ci riguarderà più da vicino visto che il mare che lo ospiterà è il Mediterraneo: infatti si vorrebbero portare alla ribalta due importantissimi siti di Alessandria d'Egitto: il celebre Faro (una delle sette meraviglie del mondo antico) e il Palazzo di Cleopatra che furono ingoiati dalle acque nel XIV secolo dopo una serie di sismi e oggi giacciono tra i 6 e gli 8 metri di profondità nella Baia di Alessandria. Il Progetto del Museo prevede due spazi: una zona espositiva fuori dall'acqua e un'area sommersa. L'edificio sarà provvisto di tunnel che penetreranno all'interno della baia permettendo ai visitatori non subacquei di accedere alla sezione sommersa, composta da una camera circolare acquatica dove verranno esposti i resti dell'antica città. Un progetto del genere non è privo di sfide, tra cui la sicurezza dei visitatori sotto l'acqua e le limitazioni create dalla scarsa visibilità, ma osservare i resti archeologici direttamente sul fondale non solo è un'esperienza unica, ma rappresenta un importante progresso nell'allestimento di esposizioni del patrimonio culturale sottomarino.
Cinzia Colantoni | Foto: Pixabay (Licence CCO)