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Emanuele Scataglini: I Read Smoke Clouds un omaggio alla creatività (con Barbara Rosenberg)

Uscito recentemente in contemporanea con l'EP The Lantern Out Of The Doors, I Read Smoke Clouds è un video di Emanuele Scataglini inteso come un omaggio alla creatività. Parla della magia della musica e del teatro vista dal punto di vista di chi crea lo spettacolo.

Il personaggio che entra dal sipario, interpretato da Barbara Rosenberg, è l'artista che sul palcoscenico è alla ricerca della propria ispirazione.

Leggere le nuvole di fumo vuole dire cercare di comprendere l'effimero, quella realtà sottile che permea la nostra anima creatrice. Aristotele riteneva che la sostanza mediatrice tra corpo e spirito fosse il pneuma ovvero un elemento semplice e trasparente che, come il respiro, dà vita agli esseri viventi.

Emanuele Scataglini, per analogia ha pensato che l'arte potesse essere rappresentata da una sostanza volatile come le nuvole di fumo. L'artista cerca l'ispirazione, l'idea, parte da qualcosa che è impalpabile e poi prende forma nella sua mente.

Come sosteneva Heidegger nell’opera d’arte non vi è nulla di definito di preciso. L’arte esiste tra luce e oscurità elementi contrastanti che la rendono una essenza vibrante perché capace di svelare e di nascondere.

L’arte spinge l’uomo ad ascoltare, a cercare qualcosa che non sia solo insita in lui, svela uno spazio illuminato all’interno di un velo oscuro come la luce che filtra dal bosco. Il termine che il filosofo usa è Lichtung che per l’appunto ha il senso di spazio illuminato.

Il fumo traslato nella rappresentazione è in parte la raffigurazione visiva di questo concetto: è materiale ma inafferrabile ha forma passeggera mai definita, puoi vederci delle figure ma subito se cerchi di afferrarle queste scompaiono.

Il video è interpretato da Barbara Rosenberg che abbiamo ascoltato:

- Barbara, come ti sei approcciata al video? Avevi già pensato alle azioni da fare o hai improvvisato?

Nel video “I read smoke clouds”, le azioni del mio personaggio sono nate dall’intuizione di Emanuele, secondo cui due sono le strade per accedere al palcoscenico: quella consueta, in cui l’attore proviene dai camerini, dove si è vestito e truccato, e quella insolita, “capovolta”, in cui il personaggio giunge dal pubblico, sale la scaletta e apre il sipario per entrare lentamente in scena.

Mi sembrava molto più interessante questo tipo di entrata, perché permetteva di accedere alla scena con una trepidazione, un desiderio e un timore reverenziale, che l’ingresso consueto in palcoscenico, non avrebbe consentito. In fondo, salire sul palcoscenico è proprio come entrare in un luogo sacro, magico che trasforma noi stessi e le cose, inondandole di luce e significato nuovo. Un ingresso nel profondo che il quotidiano ci nasconde e a cui accediamo in rari momenti.

La donna in abito rosso che scosta il sipario, curiosa e si introduce con leggerezza sul palco rappresenta per me l’accesso all’arte, all’interiorità, al sublime: una visione romantica, sottolineata anche dalla forma dell’abito in stile ottocentesco.

Una volta entrata in scena, la donna in costante dialogo con la musica, scopre un nuovo rapporto con lo spazio, con la luce, con i propri passi, che acquistano una cadenza ed un ritmo innaturale, lontano dal quotidiano.

Il fumo, quasi una nebbia che avvolge gli oggetti, è un fenomeno da esplorare, toccare, come in un sogno che nasconde e svela la realtà onirica ed i contorni di tale spazio interiore, lungi dall’essere definiti, vanno continuamente testati e ricercati.

Per questo molte azioni del personaggio sono di esplorazione dello spazio attraverso il corpo, annusare e toccare la nebbia, camminare in direzioni diverse, sentire con il corpo la distanza dalle pareti e dalle luci.

Atti di improvvisazione teatrale che ho unito alle due azioni principali del mio personaggio: l’ingresso in scena “capovolto” di cui ho accennato e la scoperta del pianoforte.

Lo svelamento del pianoforte, rimasto sotto un telo polveroso, la gioia di tale apparizione e il desiderio di suonare lo strumento, rappresentano l’apparire dell’intuizione artistica, il “guizzo” romantico, l’ispirazione che possiamo ricercare solo togliendo la polvere al nostro quotidiano, lasciandoci stupire dall’essenza delle cose, dalla bellezza.

In fondo solo l’ispirazione poetica, l’arte ci permette di leggere le nuvole di fumo, interpretare la realtà attraverso l’immaginazione e non attraverso la logica, accedendo a significati “altri” ed è quanto il mio personaggio ha voluto rappresentare.