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Cosa sappiamo sull’Avigan

Circola in rete da alcuni giorni il video di un farmacista italiano, Cristiano Aresu, che trovandosi in Giappone, precisamente durante una passeggiata al Global Ring di Ikebukuro, un quartiere di Tokyo, parla dell'Avigan (Favipiravir). Un farmaco in grado - a suo dire - di curare o contenere la diffusione del Covid-19, tanto che nella Capitale nipponica, come si può evincere dalle immagini, le persone possono circolare senza alcuna precauzione. La notizia sull'Avigan è poi stata ripresa dal The Guardian ed è rimbalzata in Italia, sollevando un certo dibattito.

Zaia - Presidente della Regione Veneto - vorrebbe subito sperimentare il farmaco, mentre molti virologi e l'Aifa frenano.

Ma cosa sappiamo effettivamente sull'Avigan?

Si tratta di un medicinale antivirale sviluppato nel 2014 dal gruppo giapponese Fujifilm Toyama Chemical (una consociata di Fujifilm), ed ha dimostrato una certa efficacia su alcuni casi di Coronavirus in passato ed attualmente sul Covid-19.

In Giappone si sta effettivamente utilizzando. Al 18 marzo, i pazienti trattati con Avigan erano circa 80, un numero molto esiguo e bisogna considerare che nel Sol Levante la diffusione del virus è estremamente contenuta, i contagiati al momento sono poco più di mille e gli ultimi individuati, sarebbero persone che l’hanno contratto all’estero. Qualcosa di molto diverso dal virulento focolaio italiano, dove i contagi salgono esponenzialmente ogni giorno. La situazione in generale sembra sotto controllo, la curva dei nuovi casi quotidiani è in leggera flessione e questo certamente non grazie all’Avigan, che essendo un farmaco e non un vaccino viene somministrato a chi l’infezione l’ha già contratta, ma non a tutta la popolazione.

L’Avigan, inoltre, non è il solo farmaco che si è testato in questi giorni e che ha dimostrato una qualche utilità nella cura o contenimento del Coronavirus. C’è, ad esempio, il Tocilizumab in fase di sperimentazione all'Ospedale Pascale di Napoli, che ha suscitato altrettante speranze, e vi sono poi molti altri farmaci in fase di sperimentazione. in Europa l'Agenzia per i medicinali (Ema) sta valutando 20 nuovi farmaci e ben 35 vaccini.

L'Avigan ha comunque catalizzato un certo interesse tanto che anche la Cina sta ora conducendo test con 340 pazienti coinvolti, ed i risultati sarebbero "incoraggianti", con un recupero più veloce dei pazienti e miglioramenti visibili sulle lastre effettuate, ma l'Aifa continua a suggerire cautela: "Le evidenze scientifiche sono al momento scarse".

Ed è sempre l'Aifa a precisare in una nota che "ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all'efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale Favipiravir è stato confrontato all'antivirale lopinavir/ritonavir (anch'esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol".

Una situazione delicata che richiede estrema prudenza dunque.