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RoboBees, gli insetti robot sono quasi tra noi

Oggi parliamo del progetto RoboBee, questi insetti messi appunto dalla NSF con la collaborazione di varie università americane saranno pronte, nel giro di dieci anni, a spiegare le loro ali

Nell’immaginario collettivo un robot è qualcosa di ultra intelligente che può aiutare noi umani a svolgere i compiti di tutti i giorni o può essere usato nelle aziende per svolgere lavori ripetitivi e meccanici. Oggi però la NSF (National Science Foundation) ha svelato i progressi fatti dal progetto RoboBees, che ha progettato delle piccole api robotiche del peso di soli 84 milligrammi.

L'IDEA E IL PROGETTO - La forma è stata ispirata dalle mosche. Con un lavoro di oltre un decennio, la NSF e lo staff di varie università hanno permesso lo sviluppo di questo capolavoro di bio-ingegneria. Robert J. Wood, lo scienziato che ha curato il progetto, ha parlato delle ispirazioni che hanno fatto nascere l’idea, rintracciandole negli insetti stessi che, con la loro capacità di comunicare e sviluppare una società complessa, hanno rappresentato una sfida per ingegneri, biologi, informatici: “Il progetto RoboBees nasce da questa ispirazione e ha sviluppato soluzioni a numerose sfide”. Tutti gli esperti hanno lavorato insieme con una finalità comune, infatti i risultati raggiunti sarebbero difficili da ottenere con un gruppo più piccolo.

EVOLUZIONE - Nel corso degli anni sono stati raggiunti tanti miglioramenti: dopo aver effettuato, nel 2012, un primo volo, all’insetto è stato aggiunto un patch per nuotare sott’acqua e sorvolare al meglio le superfici liquide. Gli ingegneri per ottimizzare questi aspetti sono stati chiamati ad una grande sfida, visto che il robot una volta riemerso dall’acqua ha un peso nettamente maggiore e metteva molto tempo a riprendere la velocità nel battito.

COME È FATTO - Per facilitare queste operazioni in acqua le ali sono state coperte da un materiale tensoattivo (sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido permettendo di nuotare o appoggiarsi a superfici liquide). Attualmente si continua a lavorare sulle ali per rendere capace RoboBee di atterrare ovunque. La NSF e i direttori del progetto stimano che per vedere il nanorobot all’opera ci vorranno altri dieci anni di test. Tutti però sono soddisfatti dai continui progressi che arrivano annualmente, grazie anche al sostegno di fondi che non mancano mai per finanziare il progetto. Le ricadute di Robobee vanno dall’impollinazione artificiale allo studio del linguaggio degli insetti, infatti uno degli obiettivi è ricomporre l’atteggiamento sociale degli insetti con questi nanorobot.

Gianluigi Marsibilio