INTERVISTE Musica

“The Beatles vs The Rolling Stones”: intervista a Rudy Rotta

Il futuro del blues

- Ciao Rudy, molto piacere di incontrarti. Raccontaci come avviene la genesi del tuo ultimo disco e cosa hai provato nel reinterpretare brani storici della cultura mondiale di tantissime nazioni.

Una grande passione che risale alla mia infanzia, quando i miei genitori mi regalarono la prima chitarra, una Hoefner acustica. Neanche il tempo di cominciare a strimpellarla ed ecco che spuntano i Fab Four e subito dopo gli Stones, il resto è storia… Avevo già registrato Beatles In Blues molto tempo fa ed ora, per il 50esimo anniversario delle due band, ho pensato di togliermi questa soddisfazione.

- Quali sono i dischi e le epoche di Beatles e Rolling Stones che preferisci, quelli ai quali sei più affezionato?

Dei Beatles mi piace tutto, certo da Hard Day's Night in poi hanno veramente lasciato tutti a bocca aperta sconvolgendo il mondo musicale e non, mentre per quanto riguarda i Rolling Stones direi senz'altro il periodo con Brian Jones, che ritengo essere stato quello più originale. Ovviamente anche dopo l'uscita di Brian hanno continuato ad altissimi livelli ma personalmente preferisco il primo periodo.

- Ti va di parlarci delle collaborazioni presenti in “The Beatles vs The Rolling Stones”? Quintorigo, Ernesttico, Gnu Quartet…

Tutto è avvenuto in modo molto naturale, ho dato loro carta bianca per gli arrangiamenti chiedendo solo di stare su temi “tradizionali”. Sono entusiasta del lavoro fatto dai Quintorigo e Gnu Quartet, mi emoziono ogni volta che ascolto i brani in questione. Ad Ernesticco invece ho chiesto di non dare alle percussioni un sapore troppo latino…

- Hai condiviso lo studio e il palco con alcuni tra i più grandi musicisti blues, e non solo, del mondo (tra cui B.B King, Brain Auger e John Mayall). Ce n'è uno in particolare che si eleva al di sopra degli altri? Ci racconteresti un aneddoto che ti è rimasto impresso?

Ognuno dei grandi musicisti che ho conosciuto nella mia carriera mi ha dato grandi emozioni, non vorrei fare un distinguo nel citarne uno piuttosto che un altro. Queste esperienze mi sono servite per capire che la musica va sempre affrontata con grande umiltà se vuoi raggiungere i risultati che ti sei prefisso.

- Se penso a chitarristi/cantanti come Steve Lukater, Ritchie Sambora… intravedo lo stesso tocco, la stessa “mazzata” sia quando cantano che quando toccano il loro strumento: l'approccio vocale e chitarristico di un musicista è sempre connesso secondo te o sto dicendo un'eresia?

No, stai dicendo la pura verità, sono d'accordissimo con te.

- Molti sono stati i musicisti che ti hanno accompagnato sul palco nel corso di questi anni: che caratteristiche deve avere un membro della tua band? Ci sono delle prerogative particolari?

Certamente, devono conoscere il linguaggio della mia musica, conoscere dunque quelle che sono state le mie influenze musicali, solo in questo modo si riesce a raggiungere quel sound che io ho nella mia mente quando compongo un brano nuovo. Esigo grande professionalità, puntualità, niente alcol e niente droghe! Credo di dare molto spazio ai miei musicisti, i quali hanno la grande opportunità di poter suonare ogni sera in modo diverso pur rispettando le regole.

- Nella tracklist spicca un unico brano in italiano (“Con le Mie Lacrime” - cover della cover di “As Tears Go By” degli Stones). Che ricordo hai di quando è uscita questa splendida canzone e come mai l'hai inserita nell'album?

Moltissime persone non sanno che gli Stones hanno registrato questo brano in italiano, cosa più unica che rara, ed allora ho pensato di fare anche la versione in italiano, una chicca insomma.

- So che sarai presto protagonista di un progetto dedicato ai bambini in balia della tecnologia. Ce ne vuoi parlare?

Credo tu abbia già messo il dito nella piaga, i bambini non sono più bambini, sono in balia della tecnologia e i genitori non hanno tempo da dedicare ai loro figli e i risultati sono sotto i nostri occhi.

- Che futuro vedi per la musica blues, Rudy?

Non sono un mago e sinceramente non saprei cosa rispondere; certo, da quando ho incominciato io a suonare il blues ad oggi, tante cose sono cambiate. Allora eravamo in pochi mentre oggi tutti suonano blues o vorrebbero suonarlo almeno nelle loro intenzioni; credo dunque che il futuro di questa musica sia roseo.