Arte

Michelangelo Merisi da Caravaggio: una fuga lunga una vita

Dopo 400 anni, i resti del Merisi hanno trovato un lieto fine a Porto Ercole

L’Artista Maledetto, lo chiamavano. La sua Arte è entrata nella storia anche per questo. La sua vita, le sue opere, i suoi colori: tremendamente intrisi di violenza e maestria, come la luce che colpiva i soggetti che dipingeva, come quel rosso così cupo da risultare allo stesso tempo accecante. Michelangelo Merisi da Caravaggio ha scritto qualcosa di indelebile nella Storia e nella Cultura del nostro Paese. È stato un artista unico e inimitabile non solo per la sua grandiosa tecnica pittorica ma anche per la storia della sua vita, in una continua fuga dai suoi diffamatori, dall’arresto e da se stesso. Ed è proprio questo che lo ha caratterizzato: la follia che ha invaso la sua mente in seguito agli eventi che ne hanno segnato l’esistenza. La continua ribellione, l’omicidio, e infine la malattia che lo hanno condotto alla morte sulla spiaggia di Porto Ercole, il 18 Luglio 1610.

Ora, a distanza di 404 anni esatti, si è conclusa la vicenda dei suoi resti: sono stati tumulati all’interno di un’urna posizionata in un Parco Monumentale Funerario costruito nel centro della città di Porto Ercole (GR), durante un evento organizzato per l’occasione a cui hanno presenziato il Sindaco Arturo Cerulli e il Presidente della Fondazione Caravaggio Silvano Vinceti.

Le spoglie dell’Artista erano state tumulate precedentemente in un piccolo cimitero (dove oggi sorge la Tomba Monumentale) e sono rimaste lì fino al 1956, quando vennero riesumate (per permettere dei lavori stradali) e sistemate in una cripta sotto il cimitero. Solo alcuni anni dopo partirono le ricerche dei resti del Grande Artista. Lo spunto per le ricerche venne dato da una segnalazione dell’archeologa Giovanna Anastasia: qualche anno fa, in un articolo dichiarò che da piccola aveva visto parti scheletriche del corpo del Caravaggio, emergere durante degli scavi per l’allargamento di una strada a Porto Ercole, nel 1956.

I dubbi erano molti a riguardo, ma le ricerche partirono comunque, con grande entusiasmo. I ricercatori si recarono nella cappella del cimitero dove pare fossero stati riposti quei resti: nella botola sottoterra si trovarono di fronte ad una montagna enorme di ossa, di resti recenti. In un’altra camera adiacente, invece, vennero ritrovati resti antichi, una ventina d’individui in tutto, ricoperti di terriccio. Dalle analisi effettuate emerse che quel terriccio era lo stesso di quello degli scavi del ’56.

Una volta trovate delle ossa compatibili, furono svolte accurate indagini scientifiche col Carbonio 14 e confronti genetici mirati a cura delle Università di Bologna, dell’Aquila e del Salento, grazie ai quali si è potuto affermare che i resti appartenevano senza dubbio al Merisi. Le ricerche sono terminate nel 2010 e immediatamente sono partiti i lavori per donare al grande Artista degna sepoltura, realizzando il Parco Monumentale Funerario. “Ciò che ci ha mosso” ha affermato Silvano Vinceti: “E' stato un atto d'amore nei riguardi di Caravaggio e un modo per ridare quello che ci è stato donato da un grande Genio che ha ubriacato di Bellezza il Mondo''.

Finalmente, chiunque voglia può rendere omaggio al grande Artista, anche solo per un semplice “Grazie” per quello che ci ha saputo donare: la sua Arte.

Fabio Delle Fratte