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La Canzone della Belle Époque, il primo video del progetto musicale Belle Époque

Vi presentiamo oggi La Canzone della Belle Époque, il primo video estratto dal nuovo progetto musicale e visivo di Emanuele Scataglini. L’eclettico artista torna a stupirci con un ulteriore “racconto” che ripercorre questa volta con nostalgia un periodo storico che tanto ci affascina.

LA TRAMA

Emanuele Scataglini ha immaginato di essere un cittadino di Parigi, Messieur Arnould Vanvitell: una sera entra all’Unicorne, un locale di Montmartre e si innamora della ballerina Sophie; assiste allo spettacolo del Grande Rastelli, vede le opere dei grandi, si perde nel vino e nel gioco. La Ville Lumiere lo consuma e al contempo lo fa sentire vivo.

ALCUNE DOMANDE AI PROTAGONISTI:

EMANUELE SCATAGLINI:

- Questa è la canzone che apre sia la video story che il tuo album. Dicci qualcosa del concept del progetto: Perché hai pensato alla Belle Époque?

È un’epoca affascinante: la borghesia scopre il tempo libero e di conseguenza nasce anche l’industria dell’intrattenimento. A Parigi le persone frequentano bar, caffè letterari e, alla sera, i cabaret. Si tratta di artisti come: Rodin, Baudelaire, Satie e Debussy, Modigliani e Picasso, tanto per citarne alcuni, ma anche di personaggi meno noti o sconosciuti

Nell’album Belle Époque e nel primo video racconto questa l’atmosfera; la storia è ambientata in un locale immaginario, che ho chiamato l’Unicorne.

SIMONA DANIELE :

- Buongiorno Simona, tu sei una cantante abituata al palcoscenico ma non avevi mai indossato un costume e fatto delle riprese teatrali, come è stata la tua esperienza?

Si è trattata di un’esperienza del tutto nuova per me e sorprendente. Indossare un costume è stato come fare un tuffo in un passato immaginario, estraniandomi dalla realtà circostante. Ho cercato di immedesimarmi il più possibile nel ruolo grazie anche alla musica che mi ha saputo accompagnare in questo viaggio.

- Ti sarebbe piaciuto vivere nella Parigi di fine ‘800 ed inizio ‘900?

Parigi è una delle città che amo di più in assoluto e in particolare il periodo della Belle Époque mi ha sempre affascinato. È incredibile come in un arco di tempo così breve la capitale francese sia stata teatro di cambiamenti e innovazioni così epocali. Sicuramente mi sarebbe piaciuto vivere in prima persona questi anni e incontrare tutti i famosi artisti che operarono a Parigi, dai pittori impressionisti ai grandi compositori.

GABRIELE REBONI:

- Gabriele tu sei un artista con diversi ruoli, intrattenimento, travestimento e anche attore. Che arte avresti scelto durante la Belle Époque?

Probabilmente avrei fatto ancora il mestiere più bello del mondo, l’attore, o meglio come mi piace definirmi un artigiano del teatro, il quale deve saper fare un po’ di tutto per arricchire questa arte cosi sottovalutata oggi. Oppure avrei fatto il barman per avere la possibilità di incontrare e scambiare qualche parola con gli artisti dell’epoca e incontrarne il genio.

ALICE BRIZZI:

- In questo video fai una serie di apparizioni: sei la soubrette, la ballerina, la diva… ti sei ispirata a qualche personaggio specifico o hai seguito il tuo istinto?

Non mi sono ispirata a un personaggio preciso, però, avendo studiato musical in Accademia, posso dire di aver preso spunto dal “modo” di essere soubrette, di aver impersonato la figura della diva, modella e ballerina del periodo.

BARBARA ROSENBERG:

- Tu nel video vesti un manichino; cosa rappresenta per te questa azione?

Vestire il manichino simboleggia il teatro stesso, il vestire i panni di un altro personaggio, il dar vita a un’identità lontana e vicina allo stesso tempo. Il manichino è l’altra me, mi aiuta a uscire dai panni del quotidiano e a far nascere Vivienne, la donna elegante e leggera che interpreto durante la video story. Vivienne è una giocatrice, frequenta i cabaret e adora il lusso e la mondanità. Lei come gli altri personaggi appare magicamente, come una bolla di sapone, colorata e allegra, rapisce lo spettatore per un istante e poi… puff… scompare.

CENNI STORICI

Il locale più famoso durante la Belle Époque è il Moulin Rouge, situato ai piedi della collina di Montmartre, aperto da Charles Ziedler e Joseph Oller, il 6 ottobre del 1889.

La sua fama si amplia durante l’esposizione universale del 1900 anche grazie alle bellissime ballerine, che ballavano il Chan Chan e ai grandi spettacoli come Bal des Quat’z’Arts “Ballo delle Quattro Arti” in cui Cleopatra e le sue ancelle sfilano nude. Il Moulin Rouge è sicuramente un locale per i francesi più benestanti così come l’altrettanto famoso Folies Bergère che oltre a presentare varietà ed operette è famoso per le sue bellissime spogliarelliste.

Grande frequentatore di entrambi è Henri de Toulouse-Lautrec, ritrattista del popolo della notte dei Cabaret e delle case chiuse. Innamorato delle petites femmes racconta nei suoi quadri una realtà malinconica con tinte espressioniste.

Ma Parigi è la capitale del divertimento da molti anni da quando i locali avevano affollato il Boulevard du Temple già dall’inizio dell’800. Un vecchio detto infatti diceva: “quando Dio si annoia apre la finestra e guarda i viali parigini”.

Altro locale passato alla cronaca per la sua importanza è lo Chat Noire, il teatro delle ombre in cui, accompagnate dalla musica vengono proiettate immagini su lastre di zinco. Lo Chat Noire diviene ben presto un luogo di ritrovo per i bohémien, gli scapigliati, gli artisti più poveri.

Meno famosi sono il Bobino, che è un esempio di teatro cabaret, ed il Bal Tabarin che deve il suo nome a Tabarin, l’artista di strada che lo inaugurò nel 1904. Quest’ultimo è proprio un caffè chantant, ovvero una versione più “economica” del Moulin Rouge.

E l’Unicorne? L’Unicorne è il locale che viene frequentato da Arnauld, il protagonista della nostra storia. Il locale è situato ai piedi della collina di Montmartre in un luogo appartato: un’insegna blu, tavoli verdi, tende rosse. È un po’ cabaret e un po’ casinò ed è frequentato da marinai, operai, squattrinati, gente comune che cerca distrazione e si innamora ogni sera di una ballerina differente, sperperando con lei il suo povero stipendio.

HANNO PARTECIPATO AL PROGETTO

Gabriella Favaro, Simona Daniele, Mitia Maccaferri, Renato Spadari, Marta Pistocchi, Stefano Sergeant, Valentina Sgarbossa, Barbara Rosenberg, Andrea Brunetto, Erica Meucci, Andrea Ferrari, Alice Brizzi, Gabriele Reboni.