Aprire gli occhi a volte significa vedere cose terribili, cose che non si possono cambiare, cose che fanno rabbia e paura. "Ho capito abbastanza" è il frutto del caos di un lento risveglio dove l'istinto precede l'estetica, dove il rifiuto sembra essere l'unica salvezza. Quando non c'è più niente da capire è possibile uscire dal tunnel a meno che non ci si è affezionati.
HO CAPITO ABBASTANZA è il frutto del duro lavoro in studio di Alessandro d'Iuorno, cantautore fiorentino, dalla spiccata vena poetica e allo stesso tempo attento alle vicende sociali che affliggono il nostro "bel" paese.
Ho avuto il piacere di incontrarlo per le pagine de Il Quorum, e la sensibilità di Alessandro si percepisce subito e le prime risposte che ci fornisce ne sono lo specchio.
- Che cos'è la musica per Alessandro d'Iuorno?
Per me la musica è l'espressione del quotidiano, credo che il dovere di un artista sia quello di superare la convenzione a favore del disagio e della disperazione che questa '"finta civiltà" si affanna a nascondere. Pur essendo ispirato dal mio dramma desidero un mondo animale, dove i debiti si pagano e le emozioni no.
- E invece come lo vede il mondo, al suo stato attuale?
Vedo il mondo ossessionato dal trovare un nome a qualsiasi particolarità dell'uomo, come se una volta catalogato tutto, riuscisse a sentirsi meglio. Il mio essere uomo non contrasta il mio desiderio di creare, anzi va sempre di pari passo, e mi deprimono le situazioni in cui la creatività deve soccombere alle regole, quest'ultime in costante aumento per limitare il contatto con le emozioni.
- Secondo lei qual'è il suo posto nella musica, dove si colloca e in che modo ama fare musica?
Ho trovato il mio posto nella musica scrivendo canzoni, accompagnandomi con la chitarra in modo essenziale e semplice, un modo al quale resto fedele, un limite fertile per la semplicità dei miei brani.
- Un pensiero su Firenze? Sulla sua città...?
Mentre osservo i progressi turistici di questa città che mi ha visto nascere penso agli artisti che l'hanno resa tale, penso che non avessero previsto i flash dei giapponesi e le ambizioni del sindaco, mi piace provare a vederla con i loro occhi per continuare a sentirla mia. E quindi eccomi qua, nella Firenze bomboniera a scrivere canzoni.
- Grazie della sua disponibilità, vuole lanciare un messaggio ai nostri lettori?
Sì, che SIAMO NOI L'OPPOSIZIONE... (risata n.d.r.)
Alessandra Cristofari