Musica

Caparezza: Teste di Modí

L’ironia sovversiva di Caparezza torna in un nuovo esilarante video

«Sostenete il contrario del vero […] Siete come il chiasso della folla indelicata che a Parigi tratta la Gioconda come Lady Gaga […] Venerate teste rivoltate nel fango e nella torba mentre Modigliani si sta rivoltando nella tomba». Queste sono forse le frasi più significative e pregnanti di uno degli ultimi testi di Caparezza, il cui video ufficiale è stato pubblicato ieri 24 luglio sul canale youtube Telecaparezza.

Il brano Teste di Modì, appartiene all’ultimo album del cantautore pugliese, Museica, ispirato al mondo dell’arte e nel quale ogni pezzo trae spunto da un’opera pittorica tramite cui si sviluppa una riflessione su un certo tema. Quello uscito ieri si basa sul ritrovamento, nel 1984, di tre teste scolpite nella pietra attribuite erroneamente a Modigliani realizzate, invece, da tre ragazzi livornesi per gioco e dall’artista Angelo Froglia.

Il video è stato pubblicato ieri proprio in occasione del trentennale di questo avvenimento che mise in subbuglio il mondo della critica e dell’arte con un clamoroso flop da parte di esperti e critici. Cadeva in quell’anno il centenario della nascita di Amedeo Modigliani e Livorno si apprestava a festeggiare il suo illustre figlio allestendo una mostra con la finalità di raccogliere pezzi dell’artista sparsi nel mondo.

L’iniziativa, però, si rivela deludente sia nel riscontro del pubblico che in quello della critica; inizia così una ricerca affannosa di nuove scoperte finché, il 24 luglio 1984, vengono trovate tre teste scolpite nella pietra subito attribuite all’autorevole concittadino con consensi eminenti e critiche esaltanti dal mondo dell’arte che viene travolto da un entusiasmo dirompente e dall’euforia della stampa e della comunicazione. Fino ad arrivare ad una plateale smentita: tre ragazzi livornesi dichiarano di aver inciso una delle tre pietre con un semplice trapano; uno scherzo ben riuscito, una burla imbarazzante per professionisti e luminari del settore. Caparezza riprende questo fatto storico, lo plasma con la sua leggerezza beffarda, con quell’ironia pungente attutita da una particolare sincerità ludica.

Ne trae un teatrino grottesco e surreale, fatto di marionette sociali, mosse da convenzioni e da canoni vuoti. L’attacco è al mondo dell’arte irrigidito in freddi preconcetti ma si espande alla società intera, a quel dogmatismo che tira conclusioni basandosi solo su assiomi precostituiti, senza analizzare le variabili e le sfumature. Ignoranza e superficialità, approssimazione ed incompetenza, sono questi i capi di accusa del Capa verso un certo atteggiamento culturale che sacrifica la verità alla resa di facciata, all’esaltazione di miti e leggende atte solo a ripulire coscienze, a spolverare gli abiti di un paese ormai consunti e deteriorati che si cerca ancora di far apparire come frac lindi di naftalina.

Il cantautore ha dichiarato che i quattro autori di quello scherzo perfetto diventarono i suoi supereroi, capaci di sovvertire, con inconsapevole forza, un meccanismo culturale fatto di certezze fisse e di pregiudizi intoccabili; un sistema di ingranaggi ferrei, articolato e complesso del quale è bastato allentare una vite per bloccare l’intero processo. È un’arringa crescente quella di Caparezza che sferza colpi con la violenza della leggerezza, che deride e sbeffeggia tutto un ceto sociale, culturale e politico; fa il verso ai signori e ai potenti che credono di detenere privilegi e verità assolute ma che invece si decompongono agli occhi del popolo nella loro retorica vuota e falsa con la quale cercano di agghindare coscienze annichilite e vuote. Il tutto è sostenuto, nel video ufficiale, da una fotografia vivace ed originale, dal tipico sound di Caparezza, dall’inconfondibile stile e dalla genialità pittoresca della sua penna che, ancora una volta, è riuscita a pungere in profondità solleticando la superficie, svelando la vittoria del relativismo, la soggettività della realtà e la portata culturale che ogni forma d’arte può avere sull’umanità.

Sabrina Pellegrini