I dati raccolti sulla radiazione cosmica di fondo vengono visualizzati tipicamente con elaborazioni in 2D, oggi però un team composto da tre scienziati, DL. Clements, S. Sato e A. Portela Fonseca ha presentato un lavoro sull’European Journal of Physics che ha portato, attraverso l’uso della stampa 3D, ad una versione a tre dimensioni della radiazione cosmica di fondo.
I ricercatori sono partiti dalle osservazioni fatte prima con COBE e poi continuate con il telescopio dell’ESA Planck, le fluttuazioni misurate nella radiazione sono state prese e stampate su materiali come il PLA (una plastica biodegradabile a basso costo). La risoluzione di questo modello non è comunque elevatissima ma permette un primo approccio ad una visualizzazione 3D della radiazione cosmica di fondo.
I dati da cui i file attingono sono proprio quelli presi dalle misurazioni di Planck e non hanno alcun tipo di errore o modifica, assicurano i ricercatori.
La stampa cattura le anisotropie (di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo) e i ricercatori dell’Imperial College hanno messo online i file dei progetti permettendo a tutti di stampare il proprio modello dell’universo.
I file messi a disposizione sono due: uno per stampanti che creano strutture monocolore e l’altro, permette la visualizzazione delle differenze di temperatura.
Nella struttura è possibile osservare e toccare anche il famoso Cold Spot presente nella CMB, al tatto è rilevabile come una piccola depressione sulla figura.
Tutti potranno dunque apprezzare l’universo primordiale, tenendolo addirittura tra le mani, notando le differenti densità, dovute alle strutture galattiche. La luce più antica dell’universo ora si può osservare, stampare ma la strada per studiarne e migliorane la risoluzione è ancora tutta da percorrere.
Gianluigi Marsibilio
