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Tutto su Juno, i segreti di Giove e l’entrata nell’orbita del 4 luglio

Parliamo della sonda Juno che il 4 luglio entrerà nell’orbita di Giove, per una nuova stagione di scoperte

Il 4 luglio entrerà nella fase culminante la missione Juno che porterà, per la seconda volta dopo Galileo, una sonda NASA a lungo termine nell’orbita di Giove. Lo scopo principale della missione sarà studiare la formazione di questo gigante gassoso, investigando a fondo caratteristiche come il campo magnetico del pianeta e la sua formazione.

La Nasa, per illustrare le caratteristiche della missione, ha creato un video spettacolare in pieno stile hollywodiano:

Il costo della missione si aggira intorno agli 1.1 miliardi di dollari, i suoi principali obiettivi scientifici saranno quelli di capire il ruolo di Giove nella formazione del sistema solare. Gli scienziati ad oggi sanno grossolanamente di cosa è composta l’atmosfera del pianeta, principalmente di Idrogeno e Elio, ora però con Juno si vuole avere una ricetta precisa della composizione del Pianeta.

Juno spera di trovare risposte anche sulle piccole quantità di acqua trovate nell’atmosfera di Giove, gli scienziati sono intenti a studiare anche i materiali pesanti che compongono l’oggetto, come il litio.

Una delle principali aree di studio sarà legata all’analisi delle zone interne, cosa si nasconde sotto l’atmosfera e le nubi.

Per scoprire se al centro del Pianeta si nasconde un nucleo si studieranno le interferenze e i cambiamenti nella frequenza dei segnali, così da riuscire a capire la natura del nucleo di Giove, che fino ad oggi è ancora oggetto di speculazione.

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Anche i poli di Giove saranno studiati per la prima volta; le traiettorie che la sonda andrà a compiere sono state studiate nei minimi dettagli per permettere la minima esposizione alle forti radiazioni.

Oltre al set di strumenti scientifici, di cui torneremo a parlare nel corso della missione, all’interno della sonda c’è una targa dedicata a Galileo, con il testo della sua prima descrizione del Pianeta: “Nell’11esimo (giorno), era in questa formazione, e la stella più vicina a Giove era metà della dimensione dell’altra e molto vicina all’altra così che, durante le precedenti notti, tutte e tre le stelle osservate erano della stessa dimensione e distanti ugualmente; così che è evidente che intorno a Giove ci sono tre stelle che si muovono, invisibili a tutti fino ad ora”.

Se dopo l’accensione dei motori qualcosa dovesse andar storto, nessuno potrebbe riparare il danno. Il segnale impiegherebbe troppo tempo per arrivare alla sonda (48 minuti all’incirca), quindi cercare di riparare le manovre da terra è praticamente impossibile.

Questa missione avrà ricadute nello studio di altri giganti gassosi, in particolare di quelli al di fuori del nostro sistema solare, infatti capire l’origine del nostro quartiere galattico ci permetterà di comprendere come altre stelle danno vita ai loro sistemi.

La prossima missione su Giove si verificherà solo nel 2022 con una sonda ESA pronta a studiare le caratteristiche delle lune.

Gianluigi Marsibilio