INNOVAZIONE Scienza

Plutone: possibile presenza d’acqua nel sottosuolo

A suggerire questa ipotesi sono delle ricerca apparse su Nature

Plutone potrebbe avere una heart shaped box piena d’acqua nel suo sottosuolo. L’oceano sarebbe posizionato sotto la Sputnik Planitia, celebre per la sua forma, e ripresa da New Horizons. A suggerire questa ipotesi sono delle ricerca apparse su Nature: la curiosità sta anche nello scoprire che le risorse idriche del nano pianeta ai confini del sistema solare si trovino in linea esattamente opposta alla luna Caronte, il satellite di Plutone si trova in rotazione sincrona con il pianeta e rivolge sempre la stessa faccia al suo mondo.

Franscis Nimmo, primo ricercatore del gruppo che ha portato all’ipotesi, ci ha argomentato così l’idea degli studiosi: “Sputnik Planitia si sta comportando come se avesse un peso in più, in altre parole, ha più massa rispetto alle regioni circostanti (si tratta di una "positiva anomalia di gravità")”, da qui l’idea che nel cuore del pianeta si nasconda l’acqua formatasi dopo un grande impatto al centro del pianeta: “Il modo più ragionevole di spiegare la massa in più è che una parte del ghiaccio sotto Sputnik Planitia sia stato rimosso e sostituito con l'acqua”.

Al principio dell’idea di Nimmo c’è il grande impatto subito da Plutone, che avrebbe letteralmente spostato e formato la piana tanto celebre, producendo anche l’anomalia gravitazionale.

“L’asse di rotazione non è cambiata, è solo la superficie che si è spostata”: Sputnik Planitia infatti si sarebbe spostata prepotentemente verso l’equatore del nano pianeta.

Le ipotesi per spiegare il peso superiore di questa zona sono due, entrambe pubblicate su Nature: la prima, elaborata dal team di James Keane, della University of Arizona, riconducibile all’anomalia gravitazionale e alla redistribuzione dei pesi a causa dell’accumulo dell’azoto, la seconda è proprio quella elaborata dal team di Nimmo, che ha spiegato tutto con l’introduzione del mare fangoso interno.

L’età di questo deposito d’acqua sotterraneo, secondo Nimmo, è riconducibile: “Al primo miliardo di anni del pianeta”.

Le domande sono ancora molte e irrisolte, Nimmo e colleghi cercheranno di capire ancora di più dai dati di New Horizons, passata accanto a Plutone nel luglio del 2015 per svelare finalmente quale delle due ipotesi sia corretta.

Gianluigi Marsibilio