Si, mi sono diplomato in una scuola per grafici pubblicitari. Nel mentre che la facevo ho sempre disegnato da autodidatta. Il mondo dell’illustrazione mi è balzato per caso davanti a gli occhi quando appena laureato iniziai a collaborare con un’azienda che produceva filmati, cartoni animati e contenuti multimediali per musei e siti archeologici. Ho fatto di necessità virtù.
– “Canzoni disegnate così come sono state scritte” è ormai un cult, da cosa è nato questo progetto?
La racconto sempre. Ero in macchina e ascoltavo una canzone di Francesco de Gregori “Non c’è niente da capire”. In un verso dice “Ma se i tuoi occhi fossero ciliegie io non ci troverei niente da dire”. Ho immaginato la scena , me la sono appuntata e ritornato a casa l’ho disegnata di getto. Via via me ne sono uscite altre 15-20. Ho iniziato a pubblicarle e la gente le ha cominciate a condividere senza sosta.
– Che rapporto hai con la musica? La ascolti mai mentre lavori?
Non riesco a vivere senza musica. L’ascolto sempre mentre lavoro. È una mia fissa. A tutte le ore. Prediligo gli mp3 che ho nel pc o faccio zapping su youtube, facendomi consigliare a volte dal sito a volte vado random per ascoltare qualcosa che ancora non ho ascoltato.
– Consiglia ai nostri lettori un album che non può mancare in una casa rispettabile.
The Dark side of the Moon dei Pink Floyd
– Sei un vulcano di idee: “Coppie improbabili”, “Fumetti italiani Hipsters”, “Il mash-up del venerdì”, sono solo alcune del tue creazioni. Ti ispiri a qualcosa in particolare?
Mi ispiro innanzi tutto al piccolo mondo che mi circonda, casa, strada, cose sentite nei bar, negozi, in giro. La mia seconda ispirazione è invece la ricerca metodica di nozioni e input. In giro per il web, leggendo un libro, riviste, guardando la tv. Avendo tanti input più o meno potenti il cervello ci lavora autonomamente. La scintilla dell’idea prima o poi arriva.
– Nuovi progetti nel cassetto?
Ho un faldone pieno di idee, via via le tiro fuori. In più ho pacchi di fogli, foglietti, post-it pieni di idee appuntati che attendono il loro turno.
– Viaggiando con la fantasia con quale autore/fumettista ti piacerebbe un giorno poter collaborare?
Viaggiando con la fantasia, vorrei collaborare con autori purtroppo già morti. Mi riferisco a Jacovitti, Pazienza, Moebius, Bonvi.
– Il tuo stile mi ricorda un po’ Calvin e Hobbes di Bill Watterson (non mi uccidere, ti prego). Hai un fumettista del cuore?
Mi hanno detto che disegno i nasi come Pazienza, che disegno con i piedi, ma mai che disegnassi come Bill Watterson. In realtà in almeno 2 o 3 Mashup che pubblico di solito il venerdì ho unito i disegni di Calvin e Hobbes con qualcos’altro. Quindi la risposta è Ni. Ho mimato il suo tratto ma per fini meramente grafici.
– Sul web hai parecchi fan, dall’alto della tua esperienza, cosa consiglieresti ad un ragazzo che volesse intraprendere il tuo mestiere?
Che può farcela, a patto che sia estremamente, paziente, perseverante, disposto a cambiare qualora non scorra in modo corretto, che la strada è lunga, tortuosa e molto molto in salita e che le scorciatoie a volte potrebbero portare fuori strada. Essere onesti, onesti intellettualmente, onesti con se stessi, onesti sempre! Anche quando il tuo vicino non lo è. Sul lungo periodo ogni fatica verrà ripagata.
– Prescrivi un libro o un fumetto ai lettori della mia rubrica Literary Prescriptions.
Vi consiglio una lettura estiva rinfrescante. Il primo Urania uscito: Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke. Fantascienza allo stato puro.
Se Andy vi aveva conquistato calando l’asso con i Pink Floyd, per quanto mi riguarda ha vinto la partita sfoderando Arthur C. Clarke e i classici Urania. Questi fumettisti… ma quante ne sanno?
Francesca Romana Piccioni