In primo piano la gigantesca onda che sovrasta, intimidatoria, le imbarcazioni, minacciando di travolgerle, e sullo sfondo il monte Fuji: è quanto raffigurato in una delle più famose, se non la più famosa, opera di Hokusai, "La grande onda di Kanagawa", la quale, assieme ad altre 35 stampe, dà vita alla celeberrima serie delle "Trentasei vedute del Monte Fuji" (divenute, in un secondo momento, quarantasei).
Lo stile pittorico adottato dall'artista -alcune opere del quale, assieme a quelle di Hiroshige e Utamaro, sono esposte a Palazzo Reale, a Milano, fino al 29 gennaio 2017- in questa serie, che gli ha donato una grande popolarità, è quello dell'Ukiyo-e, di cui è stato uno dei maggiori rappresentanti.
Tale tecnica vede la luce a Tokyo, nella seconda metà del XVII secolo, con le opere monocromatiche di Moronobu, alle quali succedono, nel XVIII secolo, quelle policromatiche di Harunobu, meglio note come nishiki-e.
Gli ukiyo-e ritraggono la vita e la cultura della città dei suoi molteplici aspetti: i soggetti centrali delle immagini sono dati, infatti, dai teatri, dai quartieri di piacere, dai paesaggi e dai viaggi (ma non mancano le scene fantastiche e quelle storico-mitologiche, nonché i motivi floreali). Si tratta, infatti, di un filone artistico che rispecchia gli sviluppi sociali, culturali, letterari ed estetici vissuti dal Giappone tra l'inizio del 1600 e la fine del 1800.
Il costo estremamente contenuto delle silografie, che nascono anche per soddisfare il desiderio delle persone meno abbienti di possedere un'opera d'arte, ne favorisce, in breve tempo, la diffusione capillare all'interno della società nipponica.
In seguito all'apertura delle importazioni dall'Occidente, nella seconda metà dell'800, gli uyiko-e conoscono, tuttavia, un periodo di buio, in conseguenza dell'affermarsi della fotografia, che ne riduce notevolmente l'espansione in Giappone. In quel periodo gli ukiyo-e approdano in Europa, divenendo fonte d'ispirazione per gli Impressionisti e i post Impressionisti e dando vita al Giapponismo.
La "pittura fluttuante della vita che passa" ricomincia a farsi strada, laddove era nata, nel XX secolo, con artisti come Hasui e Ito che, pur continuando a rappresentare soggetti tradizionali, incorporano nelle loro opere elementi occidentali (come gli effetti di luce).
Ancora oggi gli ukiyo-e costituiscono una parte importante dell'arte nipponica: difficile rimanere indifferenti alla bellezza, all'eleganza e alla drammaticità che tali immagini riescono a trasmettere.
La tecnica con la quale vengono realizzati non è mutata: vengono sempre realizzate tramite matrici di legno che imprimono l'immagine su carta stampata.
Proprio dagli ukiyo-e hanno origine sia i manga che i film d'azione giapponesi (anime).
"Anche se da fantasma
me ne andrò per diletto
sui prati d'estate".
Dalila Giglio