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Sophie, il settimo video del progetto musicale Belle Époque

Settimo appuntamento questa settimana con Belle Époque, ed il nuovo video estratto dal nuovo progetto musicale e visivo di Emanuele Scataglini: parliamo in questo caso di Sophie.

LA TRAMA

Emanuele Scataglini ha immaginato di essere un cittadino di Parigi, Messieur Arnould Vanvitell: una sera entra all’Unicorne, un locale di Montmartre e si innamora della ballerina Sophie; assiste allo spettacolo del Grande Rastelli, vede le opere dei grandi, si perde nel vino e nel gioco. La Ville Lumiere lo consuma e al contempo lo fa sentire vivo.

ALCUNE DOMANDE AI PROTAGONISTI:

EMANUELE SCATAGLINI:

- In questo video si fa riferimento all’amore tra una modella e un fotografo. Ci sono dei riferimenti a fatti o a persone reali vissute nella Parigi di quegli anni?

Certo, come nella maggior parte dei video e nelle canzoni di Belle Époque si fa riferimento alla Ville Lumiere di inizio Novecento e a coloro che l’hanno vissuta. In particolare, il video “Sophie” allude all’amore tra il fotografo statunitense Man Ray e la modella Kiki di Montparnasse.

La scena delle due amiche al tavolino, infatti, si riferisce idealmente al primo incontro tra la modella e il fotografo Man Ray nel 1921. A quanto racconta nella sua autobiografia, Kiki era seduta a un tavolino del caffè La Rotonde assieme con un'amica; era senza cappello e il cameriere non la voleva servire. Gli chiese: "Non ci vuole servire perché pensa che siamo due puttane?", sfilandosi le scarpe e appoggiando un piede sul tavolo e un altro su una sedia. Alla scena stava assistendo un signore straniero. Era Man Ray, giunto da pochi giorni dagli Stati Uniti per unirsi al movimento dadaista, che la invitò a posare per lui.

La relazione durò sei anni e Man Ray la ritrasse in moltissime foto, come quella famosissima in cui la schiena da modella sembra un violoncello. Man Ray era gelosissimo, e le liti scoppiavano di continuo. La picchiava davanti a tutti, e Kiki rispondeva sferrandogli calci e scagliandogli addosso piatti e bicchieri

- Dal punto di vista musicale?

La musica prende ispirazione dalle arie struggenti del melodramma italiano soprattutto il periodo romantico. Trovo molto bella la progressione armonica del ritornello che non è banale perché sul La maggiore introduce accordi fuori tonalità.

Qui a parte il violino suono tutte le parti, chitarra, basso, drums, synt, Mitia Maccaferi canta dando la giusta suggestione e trovo la sua interpretazione perfetta.

ALICE BRIZZI:

- Alice parlaci del tuo personaggio sembra che nei tre minuti della canzone cambi (ragazza ingenua, ragazza audace, ragazza cinica) è vero?

Sì, il personaggio ha un'importante trasformazione durante lo svolgimento della canzone. Questo è dovuto al fatto che la storia effettiva raccontata nella canzone e nel video si protrae nell'arco di giorni.

Agli occhi dello spettatore può sembrare quindi un profondo cambiamento del personaggio ma sinceramente credo che la natura effettiva della protagonista fosse proprio quella cinica che si vede nell'ultima scena. Quindi più che una trasformazione del personaggio credo si possa parlare di svelamento di quest'ultimo. Sophie non cambia, semplicemente scopre a sua natura.

- C'è un gioco di ruoli legato anche agli abiti che indossi...

Il cambio degli abiti segue linearmente quello dell'atteggiamento della protagonista. Come lei svela la propria natura, così scopre il proprio corpo. Sofie si diverte a indossare abiti diversi come le maschere che veste per sedurre gli uomini. Quindi sì, c'è un gioco di ruoli tra gli abiti che Sophie indossa, un gioco tra il suo io e quello che vuole mostrare.

- Cosa pensi della canzone?

Penso che sia molto piacevole. Mi piace il fatto che delinei una donna "che sa il fatto suo", una donna che sa di essere attraente e che usa il suo fascino per un tornaconto personale. Mi piace perché parla di una donna negli anni '20 e forse all'epoca l'unico modo per una donna di emergere era condurre una vita così. Nella canzone non viene espresso, ma mi chiedo se dietro questa consapevolezza non si nasconda dell'amarezza e della tristezza.

HANNO PARTECIPATO AL PROGETTO

Gabriella Favaro, Simona Daniele, Mitia Maccaferri, Renato Spadari, Marta Pistocchi, Stefano Sergeant, Valentina Sgarbossa, Barbara Rosenberg, Andrea Brunetto, Erica Meucci, Andrea Ferrari, Alice Brizzi, Gabriele Reboni.