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Parsifal Piano Trio: l’emozione del Tango in “Trio for Tango” [INTERVISTA]

Una delle rivelazioni culturali più interessanti del 2021 è stata la formazione musicale del Parsifal Piano Trio, che si è proposta al pubblico con una rivisitazione del tango argentino, omaggio ad Astor Piazzolla. Un CD di recente uscita, intitolato "Trio for Tango" che ha già suscitato l'entusiasmo degli appassionati e attenzione da parte della critica, e che presenta spunti interpretativi nuovi del grande maestro e della sua musica, con l'introduzione delle percussioni nella maggior parte dei brani e con un andamento generale più vivace e ritmato, in chiave moderna.

Un'esperimento riuscito, come le stesse interpreti ci dicono, che ci restituisce ulteriori sfumature e nuovi punti di vista del repertorio pezzolliano. Perché come sappiamo l'arte è continua ricerca e sperimentazione, e si possono sempre trovare nuove prospettive interpretative in grado di suscitare nell'ascoltatore forti e profonde emozioni. Ed il Trio riesce a trasmettere queste emozioni grazie ad una incredibile sensibilità delle tre artiste, al loro affiatamento e alla loro bravura.

Per curiosità e per approfondire tutti questi aspetti così intriganti che si celano in "Trio for Tango", abbiamo voluto incontrare proprio queste straordinarie protagoniste: Anna Paola Milea (pianoforte), Emilia Slugocka (violoncello) e Jalle Feest (violino). Ecco cosa ci hanno raccontato:

- Parsifal Piano Trio: Jalle Feest, Anna Paola Milea ed Emilia Slugocka. Uno straordinario progetto di musica il vostro. Siamo molto incuriositi e desideriamo chiedervi: quali sono state le vostre esperienze prima del vostro incontro, e come è nato successivamente il Trio?

Risponde Emilia Slugocka: Tutte noi in passato abbiamo suonato in varie formazioni cameristiche per molto tempo, soprattutto in duo e in trio. Jalle fa parte da anni dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, io ho lavorato nell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Breslavia, Anna Paola, fondatrice del Trio, suona spesso in duo pianistico e in duo con vari strumentisti.
Il Parsifal Piano Trio nella sua formazione attuale risale a due anni fa, quando Jalle è entrata a farne parte. Io sono arrivata cinque anni fa, ma il Trio esiste da circa 20 anni. La colonna portante, l’ideatrice e “spiritus movens” del progetto è Anna Paola. Nonostante gli avvicendamenti di violiniste e violoncelliste, è riuscita sempre a mantenere la personalità del Trio.

- Tre donne, tre artiste di alto livello e tre diverse personalità. Quali sono gli ingredienti del Parsifal Piano Trio, e del vostro successo?

Risponde Emilia Slugocka: Tre personalità molto diverse e direi abbastanza forti possono costituire un ostacolo, ma anche un arricchimento, se si è in grado di creare armonia. Non ci sono ingredienti magici, le discussioni sono inevitabili, considerato il fatto che possiamo avere visioni diverse rispetto ai brani che affrontiamo. Ma l’amore per la musica da camera che ci unisce ci permette di superare gli ostacoli e trovare sempre una strada comune.

- Perché "Parsifal"? Cosa rappresenta per voi? E quale filo unisce "Parsifal" alla vostra musica?

Risponde Anna Paola Milea: Parsifal viaggia alla ricerca di nuove strade, alla ricerca di ciò che gli altri hanno dimenticato, e soprattutto alla ricerca del Graal, della perfezione. Suonare insieme è ricercare l’armonia, la fusione di anime diverse, il continuo miglioramento. Inoltre ci piace riportare alla luce compositori, compositrici e repertori poco conosciuti. È la ricerca che ci unisce a Parsifal.

- Parliamo ora della vostra ultima opera. Un intero progetto "Trio for Tango" dedicato ad Astor Piazzolla...

Risponde Anna Paola Milea: È un progetto che accarezzavamo da molto tempo, dedicare un intero cd ad Astor Piazzolla, compositore a noi molto caro, che ci accompagna sin dai primi anni della nostra attività. Nel 2020 abbiamo deciso di realizzare questo progetto, ma siamo state costrette a rimandare per ben tre volte la registrazione del cd a causa dell’emergenza sanitaria. Questo ritardo si è rivelato però in qualche modo provvidenziale, poiché ha fatto sì che l’uscita del cd coincidesse con il centenario della nascita di Piazzolla. Inoltre abbiamo pensato di dare un tocco di originalità con l’aggiunta delle percussioni nella maggior parte dei brani. Il risultato non era affatto scontato, visto che siamo un trio di formazione classica e questo esperimento non era stato mai realizzato dagli altri trii che hanno inciso Piazzolla. Abbiamo avuto la chance di collaborare con un meraviglioso percussionista, Alessandro Monteduro, che ha anche curato l’arrangiamento, integrando perfettamente l’intervento delle percussioni con la nostra idea interpretativa. Il cd Trio for Tango è stato pubblicato da Luna Rossa Classic circa tre mesi fa e siamo molto soddisfatte dei risultati in termini di ascolti e recensioni. Esperimento riuscito, a quanto pare.

- La vostra musica esprime eleganza e raffinatezza. In questo caso affrontate il Tango ed un artista eccelso e "ruvido" come Piazzolla. Perché questa scelta? E con quale spirito o chiave di lettura avete affrontato l'interpretazione di questo Maestro?

Risponde Jalle Feest: Provenendo dalla musica classica abbiamo affrontato il mondo di Piazzolla con grande curiosità e piacevole sfogo. I ritmi e caratteri insoliti, etnici, le atmosfere anche esotiche e la peculiare miscela di generi musicali contrastanti, dalla classica al jazz, alla musica leggera, con spazio anche all’improvvisazione, ci hanno permesso di esprimere aspetti forse sopiti dentro di noi, che fanno parte  in qualche maniera di un nostro DNA musicale ancestrale. Penso che la musica popolare e etnica faccia parte di questo nostro DNA, è divertente riconoscere delle caratteristiche comuni di queste musiche in tutto il mondo .

- "Trio for Tango" si compone di 10 brani. Potete raccontarci qualcosa nello specifico? Brano per brano...

Risponde Anna Paola Milea: Il nostro lavoro discografico è incentrato sulle trascrizioni, curate da tre musicisti italiani: José Bragato, violoncellista collaboratore di Piazzolla, nato ad Udine, ma vissuto in Argentina; Gian Luigi Zampieri, direttore d’orchestra grande conoscitore del repertorio Piazzolliano, che ha curato le trascrizioni di Meditango e Libertango; Roberto Piana, pianista e compositore, che ha trascritto espressamente per noi Adios Nonino.

Il cd esordisce con le Estaciones Porteñas. In spagnolo il termine “porteño” significa abitante del porto, e nello specifico abitante di Buenos Aires. Il porto di Buenos Aires era anche un crocevia di emigrati giunti spesso dall’Italia. Da qui il forte sentimento di nostalgia, dolore per la lontananza. Le Estaciones Porteñas non furono pensate per soddisfare una organicità formale. Nacquero Infatti in momenti distinti, nel 1965 Verano, nel 1969 Inverno e nel 1970 Otoño e Primavera.

Astor Piazzolla aveva una grande passione, oltre alla musica: la pesca, ed in particolare la caccia allo squalo a Punta del Este, in Uruguay. Una passione forse ereditata dal nonno Pantaleon, un pescatore emigrato in Argentina da Trani, in Puglia.

L’immagine dello squalo ha diverse letture, è rappresentativo anche di quello che diceva Astor sulla pesca, ossia che durante l’attesa di quell’esperienza arrivano moltissime idee musicali, ed è soprattutto rappresentativa dell’immensità del mare, quanto mai essenziale nel processo artistico-creativo di allora. D’altronde, la forza espressiva di quell’animale nell’acqua, che si manifesta anche in termini sonori, è ben delineata nel mitico brano Escualo, quinta traccia del nostro cd.

Originariamente scritto per violino solo, questo tango fu composto per l'acclamato violinista Fernando Suarez Paz nel 1978. Fu poi registrato a Buenos Aires nel 1979 dallo storico quintetto che vedeva Piazzolla accanto a Pablo Ziegler e Fernando Suarez Paz.

Nel 1982 Astor Piazzolla compone Oblivion per il film Enrico IV di Marco Bellocchio (liberamente tratto dall'omonimo dramma in tre atti di Pirandello).

Questo brano commovente e nostalgico si sviluppa su un ritmo che lascia molto spazio allo sviluppo di una melodia lirica. La scelta del titolo Oblivion ha a che fare con l'argomento del film: un attore che interpreta il ruolo del Sacro Romano Imperatore Enrico IV cade da cavallo, perdendo la memoria, e crede di essere davvero l'Imperatore in ginocchio davanti a Matilde di Canossa. La nota di apertura del violoncello che emerge in un lungo crescendo sugli arpeggi del pianoforte, lo rende una delle evocazioni musicali più suggestive di un concetto astratto (perdita di memoria), in una melodia che è diventata indimenticabile.

Nel 1962 Piazzolla compose una suite (Introducción, Milonga e Muerte, a cui aggiunse Resurrección del ángel nel 1965) per lo spettacolo teatrale di Alberto Rodriguez Muñoz El Tango del Angel, in cui un angelo guarisce gli spiriti degli abitanti di un squallido quartiere di Buenos Aires e finisce vittima di un combattimento di coltelli.

La fuga in tre parti di Muerte del ángel (settima traccia del cd) è uno degli esempi più efficaci di Il contrappunto di Piazzolla: l'uso del basso ostinato che contrasta ritmicamente con il tema della fuga, e l'accumulo controllato di dissonanze che porta al culmine del brano.

Composto nel 1959, Adios Nonino  è l’anima più profonda del suo autore, che nell’inquietudine trova per un attimo la calma e la pace in un’altra vita.

Adios Nonino é un percorso di vita nei suoi quasi nove minuti ipnotici. La notizia della morte del padre, chiamato affettuosamente Nonino, colse Piazzolla di sorpresa mentre era in tournée a New York. Il brano nasce per dirgli addio, per salutarlo da lontano un’ultima volta. È uno dei brani più rappresentativi di Piazzolla che lo definì il suo tango “numero uno”.

Nel 1974 Piazzolla con il suo Conjunto Electronico registra l’album Libertango, un lavoro il cui singolo omonimo diventerà un successo planetario, l’emblema del Nuevo Tango. L’album è costituito da otto tracce, i cui titoli infondono un senso di unitarietà al disco: Libertango, Meditango (tracce n. 8 e 10 del nostro cd), Undertango, Adios Nonino, Violentango, Novitango, Amelitango, Tristango. È la svolta “elettronica” del tango piazzolliano.

Jalle Feest, Anna Paola Milea, Emilia Slugocka. Foto: Alberto Mantegna per Amusart

- Affrontiamo un altro tipo di argomento, spostando il focus sul mondo della cultura e della musica. Come ben sappiamo la musica classica negli ultimi anni ha molto sofferto per la mancanza di spazi. Se ne parla poco e rari media se ne occupano. Eppure un progetto come il vostro ha un ampio respiro, e potrebbe certamente abbracciare platee più ampie. Cosa ne pensate? E quali difficoltà deve affrontare chi, come voi, si ostina ad esprimersi con dedizione e talento, elevando il proprio spirito nell'Arte?

Risponde Jalle Feest: Essendo la cultura alla base dello sviluppo, della prosperità e della pace di un paese è più importante che mai, nella nostra epoca, risvegliare l’interesse di un più largo pubblico.

Noi possiamo solo insistere a cercare a creare dei ponti per raggiungere l’interesse di una platea più ampia. Spesso noi artisti siamo idealisti, e non ci arrendiamo facilmente.

Nel concreto cerchiamo di  avvicinare alla nostra musica scegliendo programmi come quello del nostro ultimo CD, che può attrarre un pubblico più variegato, essendo più popolare, un crocevia di vari generi musicali, divertente, ma anche molto coinvolgente emotivamente.

Inoltre cerchiamo sempre di facilitare l’approccio a quello che suoniamo, illustrando il programma durante i concerti. Queste brevi introduzioni vengono sempre accolte molto positivamente, aiutano a coinvolgere maggiormente  il pubblico e a farci sentire più vicine a quest’ultimo.

La difficoltà più grande che si  incontra oggi è il pregiudizio o l’ignoranza nei confronti della musica classica, specialmente da parte della generazione più giovane.

In realtà la musica nei suoi più vari generi è un’unica famiglia, ha tante radici in comune. Sarebbe bello che musicisti e pubblico si risvegliassero a questa realtà.

- "Trio for Tango" un punto di arrivo o un punto di partenza?

Risponde Jalle Feest: Per il Parsifal Piano Trio la musica di Piazzolla è un amore che lo accompagna da tantissimi anni, il CD è un sogno covato  a lungo. Per il nostro repertorio è una gemma esotica, un piacevole Intermezzo, un po’ come un fiume che devia dolcemente dal suo corso.

Dunque un punto di arrivo, perché rappresenta la realizzazione di un progetto importante, ma anche un punto di ri-partenza. Dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia, durante la quale abbiamo comunque lavorato su tutti gli aspetti organizzativi e di studio, l’uscita di questo, subito accolto con entusiasmo da pubblico e critica, ci ha dato la spinta per ripartire al meglio. Stiamo vivendo una nuova stagione, piena di appuntamenti concertistici e nuovi progetti. È un momento in cui tutta la società, e soprattutto il mondo della cultura, dopo questo arresto brusco, pieno di difficoltà e timori, ha bisogno di tornare alla vita, come una nuova primavera a lungo attesa

- Sappiamo che siete sempre in fermento e piene di idee... Quali sono i vostri progetti per il futuro? Quali nuove sfide vi attendono?

Risponde Emilia Slugocka: Cerchiamo sempre di distinguerci non solo nella qualità (probabilmente il fine di ogni musicista), ma anche proponendo programmi diversi dal solito repertorio cameristico per trio, repertorio peraltro vastissimo, che comprende capolavori assoluti della musica da camera. Siamo in continua ricerca: il nostro prossimo progetto, visto che siamo un trio femminile, è un programma dedicato alle donne compositrici, spesso relegate in secondo piano soprattutto in passato. Parliamo di figure geniali come Clara Wieck, Fanny Mendelssohn, Cécile Chaminade, Mel Bonis, Nadia e Lili Boulanger. Siamo molto fiere che il nostro progetto possa unirle tutte riportandole alla ribalta che meritano, essendo validissime artiste, autrici di opere di innegabile bellezza, spesso complesse tecnicamente e musicalmente.

Ringraziamenti & Credits:

Ermanno Corrado (Corrado Productions) per il costante supporto, Luigi Cariddi, il brillante sound engineer, Alessandro Monteduro splendido percussionista, Roberto Piana e Gian Luigi Zampieri per le bellissime trascrizioni, Elisabeth Jeanette Deleacaes (Beth Betty) per la grafica accattivante, Amusart per la consulenza impeccabile e per la magnifica immagine di copertina, Barbara Campelli per la traduzione inglese, e tutti gli amici che con grande entusiasmo hanno contribuito alla realizzazione del cd.

Foto: Alberto Mantegna per AMUSART
UFFICIO STAMPA: SONYCA www.sonyca.it