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L’amante di Lady Chatterley: una colletta per mantenere il libro in patria

Quasi un anno fa fu venduta all’asta a un anonimo compratore straniero, eppure la copia di L’amante di Lady Chatterley utilizzata durante il processo degli anni Sessanta è ancora in Inghilterra. Il Ministro della Cultura britannico Michael Ellis è convinto che questo significativo esemplare dovrebbe rimanere in patria. La sentenza sul romanzo di David Herbert Lawrence è infatti considerata una pietra miliare nel passaggio dell’Inghilterra dalla morale vittoriana alla mentalità moderna.

Pubblicato in Europa nel 1928, con una prima edizione fiorentina di sole mille copie, L’amante di Lady Chatterley fu allora vietato in Inghilterra a causa dei contenuti giudicati osceni, anticonformisti e contrari alla moralità dell’epoca. Raccontava – e soprattutto approvava – la storia di una donna dell’alta società pronta a sfidare le convenzioni sociali intrecciando una relazione amorosa con un guardiacaccia. Questo legame, già di per sé proibito perché adultero, sovvertiva anche la tradizionale separazione tra le classi sociali. Altro aspetto ritenuto scandaloso era il linguaggio esplicito utilizzato per descrivere i rapporti sessuali tra i protagonisti; nonché il fatto stesso che a una donna venissero attribuiti desideri erotici e slanci passionali, un’idea inaccettabile per la morale vittoriana, che mitizzava la figura dell’«angelo del focolare».

Nonostante l’originale proibizione, nel 1960 la casa editrice Penguin decise di pubblicare il romanzo in Inghilterra, allo scopo di testare la censura imposta dall’Obscene Publications Act del 1959. Quest’ultimo definiva «osceno» un libro che «tende a corrompere o a depravare», a meno che «non sia giustificato nell’interesse della scienza, della letteratura, dell’arte e dell’apprendimento o di altri temi di interesse generale». Il risultato della sfida lanciata dalla casa editrice fu il famoso processo, presieduto dal giudice Sir Lawrence Byrne. Questi affidò alla moglie Dorothy il compito di leggere il libro, evidenziando e commentando tutte le parti volgari, oscene ed esplicitamente sessuali. È questa copia annotata che è stata messa all’asta da Sotheby’s lo scorso autunno e venduta per 56.250 sterline.

Il mondo letterario britannico vede il processo del 1960 come un successo fondamentale nella battaglia per garantire la libertà di pensiero ed espressione agli scrittori e ai lettori. Già all’epoca la difesa presentò una schiera di illustri testimoni, tra scrittori, accademici, giornalisti e teologi. Questi avevano il compito di convincere i giurati che la diffusione del libro fosse giustificata dal «bene pubblico», ovvero che il romanzo non potesse considerarsi «osceno» per la morale corrente in Inghilterra negli Anni Sessanta. Per il verdetto la giuria impiegò solo tre ore giudicando la casa editrice non colpevole.

Questa sentenza ebbe ampia risonanza e si trasformò in un trionfo per Penguin Books: il giorno dopo furono vendute 200.000 copie del romanzo e nel giro di due anni si toccarono i 2 milioni.  Successivamente, nella poesia «Annus Mirabilis», Philip Larkin scrisse che la libertà sessuale in Inghilterra era iniziata nel 1963 «tra la fine del bando a Chatterley e il primo Lp dei Beatles». E questa rivoluzione –  con il rock 'n roll, il beat e il pop – coinvolse poi gli Stati Uniti e l’Europa intera, Italia compresa, portando al fenomeno giovanile della «British Invasion».

Vista l’importanza culturale del processo a L’Amante di Lady Chatterley, il ministro Michael Ellis spera che si faccia avanti un compratore britannico disposto a pagare l’ingente cifra per mantenere il libro storico in patria. Finora non sono pervenute offerte ma, nell’attesa, l’esportazione del libro è stata proibita almeno fino ad agosto. Intanto l’associazione degli scrittori English PEN ha lanciato una campagna di crowdfunding per raccogliere la somma necessaria all’acquisto. Le donazioni non si sono fatte attendere e, anche grazie al generoso contributo della Penguin, si è già arrivati a più di 18.000 sterline.

Se English PEN riuscirà ad acquistare il libro, lo affiderà a un istituto che sia in grado di preservarlo per le generazioni future, affinché possa rimanere per sempre una testimonianza di questo punto di svolta cruciale nella cultura inglese, europea e mondiale.

Diana Burgio