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In Cina esordisce il primo anchorman digitale. Sarà la fine della libertà d’informazione?

Una vera rivoluzione, che se da una parte sta suscitando curiosità ed entusiasmo, dall’altra sta sollevando dubbi e polemiche, perché mandare in onda conduttori virtuali programmati a tavolino potrebbe rappresentare una via spianata per controllare l’informazione e manipolarla a piacimento…

Il primo anchor "virtuale" al mondo esordisce in un telegiornale della Cina ed è frutto dell'intelligenza artificiale: l'agenzia Xinhua, la Nuova Cina, ha presentato, infatti, mercoledì il "mezzobusto" televisivo durante la quinta edizione della World Internet Conference di Wuzhen, nella regione dello Zhejiang.

Il conduttore ha un volto, una voce, varie espressioni facciali e movimenti davvero molto simili ad una controparte reale e oltre a saper leggere le news, può apprendere da solo cosa fare durante le dirette e comportarsi come un esperto e affidabile giornalista professionista. Inoltre, può lavorare 24 ore su 24 senza pause e senza mai stancarsi, "riducendo i costi di produzione televisivi".

Una vera rivoluzione, che se da una parte sta suscitando curiosità ed entusiasmo, dall'altra sta sollevando dubbi e polemiche, perché mandare in onda conduttori virtuali programmati a tavolino potrebbe rappresentare una via spianata per controllare l'informazione e manipolarla a piacimento.

Cosa ne sarà, dunque, della libertà d'informazione?

Cosa potrebbe accadere in un mondo privato di ogni contraddittorio, con lavori man mano delegati a controparti virtuali facilmente programmabili per assecondare un governo, un élite o un regime?

Il dibattito sul nostro futuro è aperto...