Cinema

Youth di Paolo Sorrentino

Tre linguaggi artistici – musica, cinema e tv sono messi a confronto per parlare di vita, con le sue passioni ed i suoi desideri

Con immagini e note perfette Paolo Sorrentino in “Youth” è il direttore d’orchestra di un film che si fa colonna sonora della vita. E quel cigno sempre presente, ma silenzioso e bianco rimanda ad una simbologia di coraggio, purezza, capacità di interpretazione dei sogni, evoluzione spirituale e potere terapeutico legato proprio alla musica. Ed il protagonista del film “Youth” (“La giovinezza”) è proprio un musicista, Fred Ballinger, interpretato da Michael Caine, in una delle sue migliori performance lavorate per sottrazione.
Accanto a lui Harvey Keitel nei panni del regista Mick Boyle.
Sono due amici che decidono di trascorrere una vacanza salutare e, vedendo ormai al tramonto i propri anni, percorrono scelte diverse: il compositore e direttore d’orchestra, seppure tanto ricercato, non vuole più esibirsi; il regista, invece, vuol dare vita al suo film testamento (in alcuni passaggi il regista Mick ricorda la figura di Federico Fellini: si definisce “regista delle donne” ed in una scena le donne compaiono in maniera visionaria come nelle pellicole del maestro riminese, che amò le donne ma che fu regista con la “r” maiuscola, il regista per eccellenza…).
Tre linguaggi artistici – musica, cinema e tv (con una grande attrice pronta per girare una nuova serie tv al posto di una pellicola/evento, interpretata da una strepitosa Jane Fonda) – sono messi a confronto per parlare di vita, con le sue passioni ed i suoi desideri.
Ma c’è un’arte che supera tutte le altre nel farlo? Di certo, la musica (in “Youth” di David Lang) le accompagna tutte. Ma c’è musica e musica, e i video delle pop star sembrano essere solo luce negli occhi e stridore per le orecchie. Tutto il film è una ricerca del senso profondo della vita ed il sublime di essa che si compie nell’arte.
All’inizio, non citato, si ricorda Jung per il quale vedere tanti film equivaleva ad un non vivere, quando, al contrario, il cinema, e il film “Youth” in primis, vuole chiamare a riflettere proprio sulla profondità della vita. E mentre l’obiettivo di Sorrentino indugia tanto sulla bellezza di Miss Universo, Madalina Ghenea, mostrando l’armonia del corpo giovane, quanto su altri corpi in disfacimento, nonostante continue cure estetiche, il pubblico non può non riflettere sul passaggio di testimone da una generazione all’altra. Nella vita privata, come in quella professionale.
Un esempio nel film? La soprano Sumi Jo (che interpreta se stessa) scelta per prendere il posto della moglie di Fred Ballinger sul palco. Quello che ancora colpisce nel film è la scelta di Sorrentino di far vedere il passaggio delle stagioni della vita umana in una natura sempreverde… quasi a dire che il ciclo della vita accettato in natura, difficilmente è accettato dall’essere umano. Una star resta in sottofondo nel film, ed al pubblico richiama la chioma di Diego Armando Maradona che il regista menzionò la notte degli Oscar ritirando la statuetta… Il valore di quella presenza? Scaramantico, forse, visto che si cita anche il Festival di Cannes dove “Youth” era in concorso.
Massimo Lanzaro