Perseguire i propri obiettivi comporta enormi sacrifici.
Significa rinuncia e abnegazione, paura ed emozione comandate da una ferrea volontà dominata da una forte passione, che come una dea è violenta nelle aspettative e gentile nel sottomettere chi ha deciso di immolarsi ad essa.
Ci vuole forza per divenire più forti, mentalmente e spiritualmente.
Ci vuole tempo per guadagnare un profondo e sincero rispetto agognato da tempo e ricevuto solo per accondiscendenza disinteressata.
Bisogna lottare, strafare, dimenarsi e sanguinare per essere migliori. Per essere tra i migliori.
Per essere grandi.
Andrew Neiman è un giovane studente dell'istituto Shaffer, il miglior conservatorio del paese, e il suo sogno è quello di diventare il miglior batterista Jazz della sua generazione. Ha aspirazioni ambiziose e sa precisamente quale strada percorrere, incurante di amici, affetti e di una vita sociale attiva. È un solitario, dedito alla sua vocazione e conscio che per ottenere risultati nel suo campo ci sia bisogno di continua pratica. E così prosegue lungo una via desiderata e autoimposta. Purtroppo, però, in ogni sentiero si nascondono degli ostacoli, e quello che separa Andrew dalla grandezza, dal rispetto e dalla realizzazione del suo sogno ha il volto dell'irascibile Terence Flatcher, il miglior insegnante del conservatorio e direttore d'orchestra della più premiata band di New York, dove a detta sua "si trovano i migliori musicisti del paese e quindi del mondo".
Tra i due si instaurerà fin da subito un clima teso e di sfida, che darà vita ad una lotta emotiva e personale in nome di sogni e ideologie che alla fine vedrà un solo vincitore.
Scritto e diretto ottimamente dal semi esordiente Damien Chazelle, Whiplash è un film reazionario e con una chiave di lettura giovane, riferito cioè ad una generazione che ancora lotta e crede nelle proprie aspirazioni e nei propri sogni e che nel perseguirli è costretta a metterci una forza che non credeva possibile avere.
È una sfida ad una generale autorità, oppressiva e distaccata, irrispettosa e dedita a un disciplina per essa essenziale e decisiva nella vita.
In questo, il film ha diversi punti di contatto - senza troppo esagerare - con Full Metal Jacket, che ovviamente si trovano nella parte "accademica" del capolavoro di Stanley Kubrick, dove lo sboccato e spietato Sergente Maggiore Hartman umiliava a più riprese i suoi cadetti, spronandoli in modo eticamente sbagliato a immolare la loro volontà alla causa, in quel caso la Guerra in Vietnam.
In Whiplash, invece, quell'autorità moralmente negligente e violenta ha il volto dell'eccezionale J.K. Simmons, mai così bravo e passionale in un ruolo nato per essere da lui interpretato, elettrizzante e sorprendentemente sincero nel dare vita al personaggio di Flatcher, un pazzo idealista che ha dedicato tutta la sua vita alla musica e desidera ardentemente che tale sacrificio non sia stato vano.
È un ruolo viscerale, cruento e che non ammette sfumature, ma che regala una perfezione contenutistica unitaria e in contrapposizione ma al contempo in armonia con l'altro protagonista del film, Andrew, nei panni del quale troviamo l'emergente e bravissimo Miles Teller.
La creatura di Chazelle, comunque, non sorprende solo per l'intensa recitazione e il violento realismo della scrittura, ma mette in gioco anche altissimi livelli tecnici nel suono e nel montaggio, quest'ultimo adrenalinico e veloce, capace di sostenere la tensione creata da un'atmosfera pesante, carica di incertezze e paure ma potente e quasi asfissiante di coraggio e aspirazioni.
Con la sua forza e la sua irruenza, un battito alla volta, Whiplash riuscirà a conquistare il cuore di tutti coloro che nel bene o nel male non rinunciano ai propri sogni e saprà far germogliare nella mente di chi non è riuscito a seguire le proprie ambizioni un sentimento di sfida e di rivalsa.
Lottate, ci dice.
Non rinunciate, ci sussurra.
Sognate, ci comanda.
Luca Ceccotti