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Io sto con Erri De Luca

Il torto è spesso meglio distribuito di quanto ci piace credere

“Il torto è spesso meglio distribuito di quanto ci piace credere”.

Lo scriveva Erri De Luca lo scrittore rinviato a giudizio il 10 di giugno scorso dal Gup di Torino Roberto Ruscello, che ha ritenuto valida la tesi del Pm Andrea Padalino, secondo il quale:Quell’intervista aveva la capacità di suscitare dei comportamenti, che poi in concreto si sono verificati. Un conto sono le opinioni su qualità e aspetti di un’opera, un altro dire che va sabotata e che la Tav non si farà. Inoltre bisogna anche tenere conto della personalità che fa determinate affermazioni, della sua notorietà. Basta rileggersi l’intervista per capire il tenore di quelle parole”.

Verrà quindi processato a partire dal 28 gennaio 2015 per istigazione a delinquere.

“Un uomo è quello che ha commesso. Se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso”.
da ‘Il peso della farfalla’

De Luca risponde: “Pensavamo che le parole non dovevano essere processate. A gennaio. Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola”.

“Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l’aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita. I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flagellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrezzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l’ambiente ben ventilato. Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato”. (Erri De Luca)

Il fascicolo era stato aperto dopo le accuse di Ltf, la società che si occupa della realizzazione della Tav Torino-Lione. Aveva deciso di denunciare lo scrittore perché in un’intervista aveva affermato che la Tav “andava sabotata”.

L’autore napoletano aveva risposto: “Questa denuncia non mi fa certo cambiare idea, sempre che arrivi, perché al momento io non ho ricevuto nulla”. De Luca aveva commentato anche il ritrovamento di cesoie (trovate nell’auto di due militanti NoTav arrestati il 30 agosto 2013) affermando: “Sono utili a tagliare le reti”.

“Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”. Parlando delle proteste lo scrittore le aveva definite come il punto più alto della coscienza civile del Paese.

L’accanimento terapeutico dei “SiTav”, ostinatamente legati all’immagine che loro stessi hanno costruito di quest’opera talmente indifferibile da far sì che governi di ogni colore abbiano militarizzato la Val di Susa; a tal punto che ci si scorda che la Torino-Lione(-Parigi) ad alta velocità per i passeggeri esiste già; ed ora si procede non solo sulla pelle di un territorio ma addirittura sul buon senso, pur di sostenere che la Tav va fatta e basta.

Io, sinceramente di Tav so ben poco ma di sicuro le “parole”, per quanto dure, sono sempre parole e i pensieri per quanto forti, duri, chiamiamoli ‘antagonisti’ o ‘insurrezionalisti’ sono pur sempre pensieri; opinioni…

Il mio parere, dunque, è che in un Paese libero almeno l’espressione dovrebbe essere ascoltata e accettata per quello che è.

Erri De Luca ha quindi il mio sostegno non perché sia d’accordo con lui o meno; è irrilevante, ma perché va a processo per aver espresso il proprio pensiero. La migliore difesa comunque la scrive da solo: “Per uno scrittore il reato di opinione è un onore”.

Quindi #iostoconerrideluca. Spero anche voi…

Daniele De Sanctis