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Sabina Guzzanti “#LaTrattativa”

Presentato fuori concorso alla 71esima Mostra del cinema di Venezia, esce il 2 ottobre il film di cui è regista, sceneggiatrice ed interprete

Di cosa si parla quando si parla di trattativa? Delle concessioni dello Stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Di chi ha assassinato Falcone e Borsellino? Dell’eterna convivenza fra mafia e politica? Fra mafia e chiesa? Fra mafia e forze dell’ordine? O c’è anche dell’altro? Un gruppo di attori mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come “trattativa Stato-mafia”, impersonando mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto.

Questo è “#LaTrattativa” di Sabina Guzzanti. La sua sfida più grande per questo film? “Riuscire a trasformare un mucchio di libri, articoli, verbali, ore e ore di registrazioni di sedute processuali, in una storia”, alla fine scegliendo “la strada dell’umanizzazione del racconto” in nome della “chiarezza”.

“La svolta nella scrittura è arrivata quando mi sono imbattuta in un cortometraggio di Elio Petri: ‘Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli’ (1970). Il corto inizia con Gian Maria Volontè che dice: ‘Siamo un gruppo di lavoratori dello spettacolo, ci proponiamo attraverso l’uso del nostro specifico (il comportamento degli attori, i registi, i tecnici), di ricostruire le tre versioni avallate dalla magistratura sul presunto suicidio dell’anarchico Pinelli’. Da lì è venuta l’idea di dichiarare la messa in scena degli attori, per dichiarare il gesto di impegno civile, per approfittare della libertà creativa che consente questa impostazione e per chiarire il punto di vista di chi narra. Mi sembrava fondamentale esplicitare, che in questo film parliamo di trattativa da un punto di vista che non è né giuridico, né giornalistico. Il punto di vista è quello di un gruppo di lavoratori, che offrono le proprie capacità per rendere fruibile un pezzo della nostra storia affinché più persone possibile possano capire e discuterne”, spiega Sabina Guzzanti, sottolineando: “Si tratta di un approccio intrinsecamente umoristico, anti-retorico, anti-manipolatorio, anti-demagogico: lo stesso attore una volta è poliziotto, l’altra è un criminale”.

Ne “#LaTrattativa” Sabina Guzzanti è ora narratrice, ora professoressa di teologia, ora giornalista, ora interpreta Berlusconi. Enzo Lombardo è Gaspare Spatuzza, un giudice, il barbiere. Sabino Civilleri è Enzo Scarantino e Massimo Ciancimino (giovane). Filippo Luna è Massimo Ciancimino (adulto) e un magistrato. Franz Cantalupo è Vito Ciancimino, un poliziotto ed un magistrato. Michele Franco è Giancarlo Caselli, un massone, un magistrato, Enzo Cartotto ed un agente dei servizi. Nicola Pannelli è il colonnello Riccio ed un magistrato. Claudio Castrogiovanni è Luigi Ilardo ed un calciatore di Bacigalupo. Sergio Pierattini è il colonnello Mori. Maurizio Bologna è Marcello Dell’Utri e un magistrato. Ninni Bruscetta è un professore di teologia e il pm del processo Dell’Utri.

“Nei quattro anni che sono stati necessari per la realizzazione di questo film, il processo sulla trattativa è stato nel tempo popolarissimo, bistrattato, credibile, sputtanato, centrale, marginale, appassionante, indifferente. L’intento di questo lavoro è quello di affrontare il tema al di là delle vicende processuali, delle alterne vicende dei magistrati e della fortuna dei collaboratori di giustizia”, racconta Sabina Guzzanti, specificando che “la questione non è quella di riuscire a mandare in galera qualcuno, ma capire ed arrivare ad una storia condivisa del nostro passato per poter finalmente voltare pagina”. Alla fine della visione lo spettatore resta con tante domande sul presente e sul futuro del nostro Paese. “Qualcuno immagino si lamenterà perché il film sembra non lascare molte speranze” – osserva, ancora, la Guzzanti -. “Dov’è l’ottimismo? A me sembra che dedicare tante energie a questo lavoro, in un momento storico così confuso, fatto di rabbia e unanimismo, conformismo e frustrazione, sia un gesto di grande ottimismo”.

Questo film da regista di Sabina Guzzanti viene dopo l’impegno di “Viva Zapatero!” (2005) e “Draquila – L’Italia che trema” (2010) e gli omaggi all’arte di recitare di “Le ragioni dell’aragosta” (2007, commedia che riunisce nel cast tutti gli attori di “Avanzi”) e “Franca, la prima” (2011, documentario-intervista a Franca Valeri). Il linguaggio utilizzato ne “#LaTrattativa” è ora quello del documentario, ora quello di finzione. Le musiche, firmate da Nicola Piovani, evitano gli stereotipi musicali dell’inchiesta televisiva, affidandosi ad un quintetto d’archi che ha diretto personalmente. Alla fotografia c’è Daniele Ciprì, che come regista è in uscita con il film “La buca”.

Presentato fuori concorso alla 71esima Mostra del cinema di Venezia, il film “#LaTrattativa” (durata 1’ 48”), una produzione Secol superbo e sciocco produzioni Srl e Cinema Srl, uscirà il 2 ottobre distribuito dalla Bim.

Massimo Lanzaro