È partito con il migliore degli entusiasmi e i sold out di Rimini, Pescara, Roma e Modena nonché l’impianto gremito a Milano il tour FABI SILVESTRI GAZZÈ, trio che il sottoscritto ha ascoltato al Palalottomatica il 18 novembre. Al centro del live le canzoni del disco da cui è nata questa collaborazione artistica, l’album “Il padrone della festa”, e interpretazioni a tre di alcuni brani tratti dai singoli repertori.
Questo live porta a compimento un progetto ricco e articolato nato più di un anno fa e si comprende che il risultato è il frutto di un lavoro notevole. Davvero poco è lasciato al caso. Compresa l’apparizione di Valerio Mastandrea (non dico altro).
Con Niccolò, Daniele e Max, 6 amici musicisti: Roberto Angelini (chitarre elettriche e slide), il polistrumentista Dedo (Massimo de Domenico), Gianluca Misiti (tastiere), Piero Monterisi (batteria), Josè Ramon Caraballo Armas (percussioni e tromba), Adriano Viterbini (chitarre elettriche). In concomitanza con la partenza del tour il 14 novembre è uscito in radio il loro nuovo singolo “Come mi pare”, il terzo dopo i successi di “Life is sweet” e “L’amore non esiste”, tratti da “Il padrone della festa”.
Perché al sottoscritto, che di certo non è un esperto di musica è venuta l’idea di scrivere di costoro?
Comincio da una barzelletta. Quella (vecchiotta) “di quanto fa due più due”. Chi la sa, già sa che la risposta è: dipende.
Per un matematico fa quattro, per un fisico non fai mai quattro, per uno che si occupa di psiche fa sempre più di quattro (l’assiomatico “Il tutto è più della somma delle singole parti” delle teorie della Gestalt), ma anche per un medico o un biologo è lo stesso (due cellule formano già un tessuto). Ecco, i tre cantautori romani mi han convinto in questo senso: c’è una alchimia umana e musicale percepibile tra loro.
Come medico non posso essere insensibile al fatto che Fabi, attivista e testimone del lavoro dell’organizzazione non governativa Medici con l’Africa CUAMM, abbia coinvolto Gazzè e Silvestri in un viaggio in Sud Sudan. Il risultato fa parte della scenografia del concerto, ed è davvero nobile e toccante se non commovente.
Credo che i media non faranno mai abbastanza per sottolineare gli sforzi e i sacrifici che fanno persone tipo Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. Questi tre ragazzi lo hanno fatto durante un concerto, in maniera semplice ma convincente.
Infine: ci sono canzoni di ciascuno che forse sarebbero uno spartiacque generazionale, eppure i cui testi sono ancora, credo, tremendamente attuali.
Un esempio? “Chiedo venia trovo un po’ esagerato pagare tre volte un litro di benzina, sentirsi ridire con sorrisi di rame…”. Chiedo venia anche io, ma vivendo in una nazione i cui politici non lesinano i sorrisi di rame (quando non di zolfo) mi è sembrato quella sera di aver trascorso qualche ora d’argento se non d’oro e volevo condividere questa sensazione con chi ha la bontà e la pazienza di leggermi.
Massimo Lanzaro
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