Cinema

Non Tutti al Cinema

Pregiudizi, parole e omissioni sui film di Natale

Premessa. L’eroe di oggi è qualcuno che è riuscito a costruire con successo un’immagine vincente che è così attraente per le masse da catapultarlo in una posizione di celebrità. I criteri del successo sono stati ridefiniti con l’avvento dell’influenza dei media. Lasch ha così descritto questo cambiamento: “In passato l’opinione favorevole degli amici e dei vicini, che provocava all’individuo conferme indirette sull’utilità della propria vita, si basava sull’apprezzamento di quanto l’individuo aveva ottenuto. Orgoglio e avidità, peccati del capitalismo in fase ascendente hanno ora lasciato il posto alla vanità”. La sostanza dietro l’immagine tutto sommato interessa poco e di questo sono un buon epifenomeno le campagne politiche.

PHILOMENA è un film del 2013 diretto da Stephen Frears.

Il film, avente come protagonista Judi Dench (bravissima a dir poco). È stato presentato in anteprima il 31 agosto 2013 all’interno del concorso ufficiale della 70ª Mostra di Venezia, dove ha vinto il Premio Osella per la migliore sceneggiatura, nonchè quattro premi ufficiali collaterali: il Queer Lion, il Premio Signis, il Premio Padre Nazareno Taddei ed il Premio Brian.

Un cenno alla trama: Philomena Lee, una donna irlandese viene costretta ad abbandonare suo figlio dopo averlo partorito in un convento. Molti anni dopo, la donna, assieme al giornalista Martin Sixsmith, si mette alla ricerca eroica del figlio, nel frattempo affidato a una famiglia americana. Gli ostacoli frapposti dall’istituzione religiosa saranno tanto cortesi quanto depistanti ma i due non si perdono d’animo.

I pregi di questo film secondo la mia modesta opinione:

Frears decide di raccontare la storia vera di una madre alla ricerca del figlio perduto (e non dei segreti per un successo a X Factor). Il libro a cui è ispirato, “The lost Child of Philomena Lee” (dello stesso Sixsmith, pubblicato nel 2009), ha consentito a molte donne di sentirsi sostenute nel raccontare il loro ‘vergognoso’ passato.

L’equilibrio etereo tra la risata e la lacrima, tra tenerezza e indignazione, riesce miracolosamente a funzionare sia come riflessione sulla morale cattolica che come meditazione sul significato autentico della fede. E sui valori che muovono una donna a fare tantissimi chilometri alla ricerca di cose che non hanno a che vedere con il rush estremo per lo shopping natalizio.

Se come si diceva prima oggi gli uomini ricercano quel genere di approvazione che celebra non tanto le azioni, quanto le qualità personali, se sovente desideriamo essere ammirati piuttosto che stimati, se la sostanza di solito interessa poco, orbene questa è insomma una storia di spessore e di sostanza, per di più vera, senza fronzoli e vanità. E lo è altrettanto la trasposizione cinematografica.

Forse nel doppiaggio si perderà molto, ma magari a Natale e dintorni fateci un pensierino, che nel frattempo sono usciti due film italiani. Il primo si intitola INDOVINA CHI VIENE A NATALE, è diretto da Fausto Brizzi e ci sono dentro Bisio, Finocchiaro, Gerini, Buccirosso, Abatantuono, Bova, Capotondi.

Il secondo si intitola COLPI DI FORTUNA, è diretto da Neri Parenti e ci sono dentro De Sica, Lillo e Greg, Luca e Paolo. Del 53° Classico Disney ne ho sentito parlar bene, del 5° film da regista in una ventina d’anni di Ben Stiller non tanto…

Massimo Lanzaro