Monografie

Maria Callas, la divina

Nasceva 90 anni fa la più grande cantante lirica di tutti i tempi

Chiunque abbia aperto la home page di Google questa mattina si sarà accorto del doodle dedicato a Maria Callas. Ricorre infatti, oggi, il 90° anniversario della nascita di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou (in arte Maria Callas, appunto) il più grande soprano della Storia.

Una cantante lirica con una timbrica vocale inconfondibile ed una estensione incredibile, che negli anni cinquanta raggiunse una popolarità planetaria monopolizzando le cronache dell’epoca.

Nata a New York il 2 dicembre 1923 da genitori di origine greca, emigrati pochi mesi prima negli Stati Uniti. Il cognome del padre, Kalogeropoulou, venne semplificato dalle autorità statunitensi in Kalos, quindi successivamente traslitterato in Callas.

La leggenda, vuole che già da bambina, Maria, a soli quattro anni sapesse cantare e recitare benissimo le arie di alcune opere riuscendo ad incantare le persone che si fermavano in strada, a Manhattan, per ascoltarla.

A cinque anni, ebbe un gravissimo incidente – investita da un’automobile trascorse molti giorni in coma – periodo in cui, sempre secondo la leggenda, avrebbe udito in testa“ronzii di musiche soavi” che la rapirono. Da lì la convinzione di essere una predestinata al canto, tanto che appena si riprese dal trauma iniziò a seguire con passione lezioni di canto e di musica.

Tornata in Grecia nel 1937 con la madre, che nel frattempo si era separata dal marito, la Callas si diplomò presso il conservatorio di Atene ed iniziò a far conoscere il suo talento negli anni della Seconda Guerra Mondiale portando in scena la propria voce in diversi teatri greci.

Nel 1945 tornò negli Stati Uniti dove le cose non andarono particolarmente bene, con audizioni di scarso rilievo e molti ruoli rifiutati. Durante la sua permanenza perfezionò la tecnica ed entrò in contatto con il direttore artistico dell’Arena di Verona, alla ricerca di nuovi talenti oltreoceano. Nel 1947 il proprio debutto all’Arena fu accolto positivamente dai critici.

La Callas, interpretò in quel periodo opere di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti e divenne molto conosciuta per le sue interpretazioni della Norma, de I Puritani, della Lucia di Lemmermoor e di opere di Verdi e Puccini come la Traviata, il Trovatore, la Tosca e la Turandot.

Iniziò quindi la scalata al successo con una serie di stagioni liriche memorabili e le incisioni su disco della sue arie iniziarono a circolare ovunque, contribuendo ad accrescere la propria fama, tanto che in breve tempo divenne la soprano più conosciuta al mondo.

La Callas era un’interprete unica; estremamente intensa, drammatica, con la capacità di avvicinarsi a toni acuti, per poi scendere con estrema bravura nelle note più gravi. Aveva una potenza vocale senza eguali, e sapeva modulare i toni attraverso una tecnica operistica classica ed un uso attento del diaframma e del fiato.

Nel 1957 conobbe l’armatore greco Aristotele Onassis durante un ricevimento a Venezia. Tra i due nacque una relazione intensa e turbolenta entrata nella Storia e ripresa dalla stampa di tutto il mondo.

Esausta per i continui impegni che viveva con intensità d’animo, la Callas ebbe un calo vistoso a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta. Le mancava spesso la voce che non riusciva più a sostenere le note centrali. A volte stava così male da dover interrompere il corso delle esibizioni abbandonando il palco, come avvenne a Roma nel 1957 per l’interpretazione della Norma alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Nel 1968, poi ricevette un colpo durissimo alla già fragile condizione psicologica e fisica quando Onassis sposò Jacqueline Kennedy, nonostante la Callas avesse già assunto la nazionalità greca, rinunciando a quella statunitense, in vista di un matrimonio con l’armatore greco. La rottura sentimentale tra i due fu un grande scandalo pubblico che portò la Callas sull’orlo del baratro.

In un periodo così tormentato arrivò l’incontro con Pier Paolo Pasolini che la volle come protagonista nel film Medea. Quindi iniziò un declino inesorabile, con la Callas sempre più chiusa in sé stessa, depressa e malata.

Abbandonate le scene e ritiratasi a vita privata a Parigi, morì il 16 settembre 1977 per arresto cardiaco.