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Il primo reato spaziale della storia? Astronauta avrebbe hackerato un conto corrente dall’Iss

Il caso apre una questione giuridica non indifferente: a chi appartiene la giurisdizione in caso di un reato compiuto nello spazio?

Il primo reato spaziale della storia potrebbe essere l'hackeraggio informatico e bancario (presubilmente) commesso a bordo della stazione internazionale (Iss) dall'astronauta pluridecorata statunitense Anne McClain (in foto).

La donna avrebbe violato (il condizionale è d'obbligo), utilizzando i computer in orbita, il conto corrente della propria ex moglie, Summer Worden, una ex 007 residente in Kansas.

Ora il caso apre una questione giuridica non indifferente: a chi appartiene la giurisdizione in caso di un reato compiuto nello spazio?

L'Iss di fatto non batte alcuna bandiera. Esempio di alleanza tra nazioni al di là di ogni confine sia fisico che ideologico: è stata costruita a partire dal 1998 dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Russia, Europa (Italia in prima fila), Canada e Giappone. Ed è una struttura che non sta mai ferma, anzi, orbita a un'altezza di 400 chilometri a 28.800 chilometri orari offrendo agli inquilini, sedici albe e sedici tramonti ogni 24 ore.

Non ci è ancora nato alcun bambino, ma certo anche la questione della cittadinanza, legata allo ius soli applicata all'Iss ed ai viaggi spaziali potrebbe diventare in futuro una fonte di discussione, così come la colonizzazione di altri pianeti: la Luna e Marte ad esempio.

Fatto sta che al momento, in assenza di trattati specifici in grado di regolare giuridicamente spazio e pianeti, si è deciso di procedere nei confronti della McClain seguendo il principio della nazionalità: verrà pertanto giudicata negli Stati Uniti.

Il caso McClain-Worden è comunque il primo, destinato a fare scuola e ad aprire un dibattito sul futuro, e sulle future conquiste spaziali...