Conchita (il cui vero nome è Thomas Neuwirth), nei giorni che hanno preceduto il concorso canoro, ha fatto molto parlare di sé per la propria immagine ambigua a metà tra uomo e donna, una donna con la barba dal look inconfondibile.
Poteva essere solamente un trucco ed invece, con la propria performance, ha dimostrato di essere una grande artista.
Una voce incredibile e potente con una bellissima canzone, Rise Like a Phoenix, che non ha avuto rivali. Drammatica, emozionante, con un richiamo alle melodie di James Bond, il cui culmine è impressionante e che, naturalmente, ha un messaggio nel testo che andrebbe colto.
Conchita Wurst, con il proprio talento, ci fa riflettere sul fatto che si può essere tutto quello che si vuole nella vita, e rappresenta una grande rivincita per la comunità gay, che in alcune nazioni europee (tra cui la Russia in primis), sta subendo da anni una ignobile campagna denigratoria.
Il parlamentare russo Vitaly Milonov, ha addirittura scritto una lettera al comitato nazionale che si occupa della partecipazione russa al festival per chiedere di ritirare la loro delegazione.
E’ bello dunque, come contrapposizione alle discriminazioni e alle violenze perpetrate contro l’universo rainbow in questo e in altri paesi del vecchio continente, vedere tutto l’affetto che il pubblico dell’Eurofestival ha tributato a Conchita.
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