Alle ore 23.20 del 7 gennaio è andato in onda su rai3 il film Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio. Il direttore Andrea Vianello, alla presentazione della tre giorni all’insegna dell’impegno civile per la terza rete Rai, a proposito della messa in onda del film ha usato le seguenti parole:
"Un film che abbiamo convintamente acquisito perché è un gioiello drammatico di 35 minuti che, raccontando quanto avvenuto nel laboratorio di chimica di Catania, unisce il dramma della ricerca in Italia e del precariato alla mancanza di sicurezza".
La trama fa tremare la voce ed i pensieri proprio come capita a Stella, la protagonista del film, quando racconta la sua esperienza in questo laboratorio didattico. Un laboratorio che fa apprezzare la chimica perché fa gustare tutto quello che i libri ti permettono appena di assaggiare. Un laboratorio in cui realizzare il tanto ricercato sogno della ricerca.
Ma l’entusiasmo spesso appanna le lenti di ingrandimento dei sogni e l’idilliaca miopia non vede neanche l’evidenza. Essenza fredda e cruda come la stanza di quel laboratorio dove del libro da cui si è studiato non si applica neanche un minimo di igiene e sicurezza. Ma nella crisi del lavoro è difficile trovare anche il coraggio di dire no, di ribellarsi. E il rispetto e l’educazione diventano un’attività di servile accondiscendenza, virtù che muta in un vizio a disposizione di chi amministra l’abuso.
Stella studia Farmacia all’università e quando arriva il tempo della tesi le sembra di volare in totale libertà, la libertà d’azione. "È come quando ti tolgono le rotelle alla bicicletta e ti dicono vai, adesso dimostra che ci sai fare e come farai a non cadere".
Ma le ore si consumano in un secondo e "un giorno ti bruciano gli occhi, un giorno hai le mucose irritate, un altro giorno hai mal di testa e un sapore strano nel palato".
Qualcosa non va, qualcosa non funziona. Eppure Anna, la sua amica e coinquilina, continua a urlarle la verità e invece Stella crede alle coincidenze di cui parlano i professori. La donna delle pulizie è svenuta perché ogni tanto si sviene, è normale. "Non è che uno mette in dubbio quello che ti dicono i professori".
La storia è ispirata al memoriale di Emanuele Patanè, dottorando nel Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Catania, morto di cancro ai polmoni nel dicembre del 2003.
Da poco sono state emesse le condanne dal pubblico ministero sullo scandalo dei cosiddetti laboratori dei veleni, ma questa è un’altra storia, una delle tante, una delle troppe, già viste e riviste in Italia. Un paese che tiene in ostaggio i ricercatori, i giovani, il futuro. Un paese che però celebra e ricelebra il suo passato, un paese alle prese con un presente che sente ma non ascolta.
Santi Germano Ciraolo
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