Musica

Il talento di Raphael Gualazzi

Un’artista che sa cambiare e perfezionare perché è evidente quanto sia influenzato dalle diverse culture musicali

Belgio, Francia, Austria e Germania le prossime tappe di uno degli artisti più talentuosi della musica italiana, Raffaele Gualazzi, in arte Raphael Gualazzi. Talento italiano, lento in Italia, ma molto veloce all’estero.  La lingua dell’arte non conosce orizzonti ed in Italia il riconoscimento di un evidente talento è sempre stato un viaggio verticale.

Reduce dall’esperienza sanremese, nella quale l’interpretazione del brano Liberi o no, da lui cantato e musicato, gli ha conferito un ottimo  secondo posto, adesso è in giro per l’Europa a continuare a presentare il suo ultimo lavoro, Happy Mistake, che risale ad un anno fa.

Album rivisitato nel 2014 con l’aggiunta consueta dei nuovi brani sanremesi (Liberi o no e Tanto ci sei) e quella non banale di due cover, Svalutation di Adriano Celentano, e Il mare (La Mèr), nuova versione italiana del classico di Charles Trenet e del brano Legba, scritto e armonizzato magistralmente dallo stesso Gualazzi.

Figlio di Velio Gualazzi, fondatore con Ivan Graziani degli Anonima Sound, appartiene alla famiglia dei talenti internazionali, che suonano la musica che suona dentro e che si fanno notare per le note nate da dita piene di vita e sound. Un suono fresco e spontaneo che si amalgama  alla riservatezza di un ragazzo semplice di Urbino, con gli occhi pieni di mondo e visi invasi di ammirazione. Un pianista sull’oceano della musica, che si fa dondolare dalle onde del passato e dalle correnti improvvise, piene della brezza del futuro. Il jazz è improvvisazione e come diceva George Gershwin, la vita è un po' come il jazz... è meglio quando s'improvvisa.

Ma è un’improvvisazione che raccoglie molto dal cuore, dopo aver seminato nei campi della passione e dello studio. E Raphael Gualazzi ha alle spalle e tra le dita gli studi di pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro con una continua e duratura ricerca musicale che spazia dai classici ai generi elastici di jazz, blues e fusion, dove la molla del ritmo torna con echi diversi dalle notti di ore perse a cibarsi di musica.

Le notti dei pub, dove la gavetta faceva il suo corso per raggiungere poi la meta del successo, che a suo dire, se anche non fosse successo, avrebbe continuato a fare il musicista, perché è il mestiere che ha sempre voluto fare, perché il piacere di volare non ha mai abbastanza cielo quando lo si affronta con leggerezza. Ma Gualazzi vede nell’impegno anche un’altra chiave importante per aprire le porte delle soddisfazioni e ad i giovani suggerisce di inseguire le proprie passioni, i sogni.

 Al suo attivo ha tre album: il suo disco di esordio, Love Outside the Window, il disco di più grande successo Reality and Fantasy, contenente la canzone Follia d’amore, con la quale l’artista Gualazzi ha vinto Sanremo 2011 nella categoria "Giovani" ed infine, il terzo album, Happy Mistake, presentato il 28 marzo 2013 al Cafè de la Dance di Parigi.

Raphael Gualazzi, sembra riprendere nei suoi recenti lavori l’esperimento iniziato da uno dei più grandi jazzisti del mondo, Mile Davis, cioè quello di introdurre l’elettronica nella grande orchestra jazz. Uno dei tanti esperimenti che il giovane italiano non smette mai di realizzare, cambiare e perfezionare perché è evidente quanto sia influenzato dalle diverse culture musicali e non, che incontra nei suoi giri mondiali. In quegli incontri che cambiano la vita e in cui si scambiano idee, sorrisi e parole, dove la musica fa da padrona e alza la voce e non smette mai di farsi ascoltare.

 Una musica improvvisa che riproduce il momento, un sentimento, una suggestione, un profumo o che risuona quel che resta di un sogno, quel che basta per sopravvivere.

... Sai …per sopravvivere ...ci basta un sogno… (Raphael Gualazzi - Sai - Happy Mistake - 2013)

Santi Germano Ciraolo