INTERVISTE Musica

Piero Pelù: intervista esclusiva a Il Quorum per l’uscita di IDENTIKIT

Uno scambio confidenziale con un Pelù inedito: riflessivo, maturo… come sempre carico d’energia vulcanica

Esce oggi, il nuovo attesissimo disco di Piero Pelù: IDENTIKIT. Per l'occasione il cantante toscano ha rilasciato al nostro giornale un'intervista esclusiva dove si racconta e ci racconta il suo ultimo lavoro. Uno scambio confidenziale con il nostro Luca Brado Ferri dal quale emerge un Pelù inedito: riflessivo, maturo... come sempre carico d'energia vulcanica.

- Come nasce IDENTIKIT?

Avevo già fatto una raccolta nel 2005, questa scelta di pezzi è stata dettata dalla voglia di dare un quadro più completo possibile del mio modo di coniugare il verbo Rock. Un modo che magari a qualche talebano purista litfibiano può sembrare eretico, ma per me, come solista, la cosa più onesta che posso fare è quella di non imitare i Litfiba, sarebbe inutile e squallido. IDENTIKIT serve a tracciare una sorta di identità musicale mia, dai pezzi più Rock alle ballad.

Cerco di capire meglio chi sono, cosa sono stato. E credo che sia anche un invito agli altri a fare altrettanto, in questo paese. C'è bisogno di un identikit più allargato, per capire chi siamo e dove stiamo andando, chi decide per noi, chi sta decidendo per noi dove va l'Italia.

- Abbiamo letto dalla sua pagina facebook ufficiale, che per la realizzazione di Mille Uragani si è avvalso della collaborazione di artisti del calibro di Federico Poggipollini, Frankie Li Causi, Megaheartz e Luca Martelli, un cast d'eccezione, come definirebbe questa Superband?

Una Superband appunto, con la forza di Mille Uragani.

- Ci sarà un tour per portare dal vivo i brani di IDENTIKIT?

Mi piacerebbe ma ancora non ho avuto modo di organizzarmi.

- Come ci spiega la partecipazione a "The Voice of Italy"?

Per me è stata una grande scommessa, la prima volta in tv con un ruolo diverso e stabile. Quello che mi è piaciuto e convinto di “The Voice” è stato il fatto che ci fosse una band dal vivo e che gli arrangiamenti non fossero decisi dalla produzione ma da me, e questo ha significato un grande impegno, cinque giorni a settimana a lavorare intorno alla musica, materia viva per molti mesi. E poi la possibilità di fare crescere i ragazzi e dargli un’opportunità nonostante fossimo in un format televisivo con tutti i suoi limiti. Mi sono piaciute le blind audition, una cosa geniale, l'attenzione e la valutazione erano davvero solo sulla voce. E poi la Raffa, lavorare con lei è stato fantastico, ce l'avevo tatuata nel mio testosterone di ragazzo, è straordinaria.

- Nella raccolta non poteva mancare Nel Mio Mondo, il brano che lei dedicò al grande Don Andrea Gallo, (se non erro fu anche protagonista del video) che persona è stata per lei?

Io Don Gallo lo volevo Papa scrissi tempo fa sulla mia pagina facebook, credo che basti e avanzi.

- Nel nostro giornale diamo molto spazio alla musica emergente anche per via della crisi discografica, sappiamo bene com'è la situazione in Italia al riguardo. Lei è preoccupato per i giovani? E se sì, vuole lanciargli un messaggio?

Io distinguerei tra il bisogno di fare musica da parte della gente e la crisi discografica. È chiaro che per molti versi le due cose sono legate, ma mentre la crisi delle case discografiche è forte e drammatica, la voglia di fare musica non è diminuita. La musica è sempre viva, la crisi non aiuta i musicisti, soprattutto gli emergenti, ma le case discografiche hanno avuto il loro momento d'oro, quando si vendevano milioni di dischi, e non hanno saputo far tesoro di tutti quei soldi, li hanno sputtanati in quantità industriale, anche solo per cene, per dirne una. Ora questa crisi li tocca duramente e si arriva al paradosso che per andare avanti risparmiano anche sulle cose che alla musica servirebbero, come un buon produttore o una campagna promozionale che non sia quella standard, che dia qualche input in più.

- Vedremo Piero Pelù a Sanremo 2014?

"Fazio, chiamami se vuoi fare un Festival con i controc…!"

Con Fazio la kermesse sanremese è una cosa importante, se potessi lo farei. Ma in gara mai, per carità, non mi piacciono. Pensate che mi iscrissero di nascosto persino al primo festival rock nel 1982.

- Pelù, da grande cosa vorrà fare?

Beh, Il mio sogno da grande è quello di fare il viaggiatore, non me lo leverà nessuno dalla testa. Ma, dal momento che ho tre figlie in fase di crescita e due anziani genitori, mi accontento di viaggiare con la musica. La musica per me è un surrogato maiuscolo del mio bisogno di viaggiare, un modo per alimentare la mia curiosità, quella curiosità che hai quando viaggi da solo, non in comitiva, quando non sei turista ma viaggiatore, appunto. Ecco, con la musica mantengo viva la curiosità e l'apertura mentale verso tutto quello che può essere conosciuto e imparato.

- E cosa ha imparato?

Ancora troppo poco, in realtà lo zero per cento, veramente. Ho una dose di incoscienza abbastanza elevata, sono ancora un tipo sostanzialmente naif. Coltivo il mio essere bambino e con gli anni spero di riuscirci sempre meglio. La verità è che non pensavo di arrivare fin qui, quando abbiamo iniziato a suonare ero convinto di essere uno degli appartenenti al club dei 27enni, poi purtroppo c'è finito il mio povero amico Ringo e tanti altri, io invece sono ancora qua. Non lo so, non riesco ad avere una pianificazione della mia vita che sia a lunga scadenza. Certo sono migliorato, ora lo faccio un po' di più, i figli ti portano ad essere più progettuale, e cerco di tradurre in maniera positiva questa sorta di cambiamento. Quindi in realtà i progetti esistono, come quello di questo album, IDENTIKIT, che è la somma di due trilogie, che cerca di mettere insieme quello che sono stato e quello che potrei ancora essere. Ma, ripeto, mai sarei arrivato a pensare che a 51 anni sarei stato ancora a fare musica, non l'avrei proprio immaginato...

- Dopo questa parentesi da solista cosa accadrà?

Ciao, sono Piero Pelù dei Litfiba!

- Grazie infinite.

Luca Ferri

IL VIDEO - MILLE URAGANI