Letteratura

Invisible Monsters: Chuck Palahniuk

Se non avete ancora letto Invisible Monsters credo sia giunto il momento di farlo, ma procedete con cautela; tutto, dal linguaggio al modo di essere dei personaggi è hard-core e sopra le righe, semplici frasi sono pugni nello stomaco dell’anima

TITOLO: INVISIBLE MONSTERS
ANNO:   1999
AUTORE:   CHUCK PALAHNIUK
CASA EDITRICE: MONDADORI
TRADOTTO da:   MANUEL ROSINI

“… The one you love and the one who loves you are never, ever the same person…”

Shannon Mc Farland è la ragazza senza difetti e fortunata che tutte vorrebbero essere, bella e dalla vita perfetta, è una top model di successo, ha tutto ciò che si possa desiderare: l’amore, la carriera, i soldi, un’amicizia sincera. Tutto impeccabile fino al momento in cui l’equilibrio di prezioso e scintillante cristallo della sua vita si spezza. Mentre sta guidando la sua auto un colpo vacante in piena autostrada la raggiunge al volto, lasciandola orrendamente sfigurata ed incapace di parlare. In pochi istanti il cigno diventa il brutto anatroccolo, la bellissima Shannon diventa un mostro invisibile, evitata da tutti, tradita dal fidanzato Manus e dall’amica del cuore, Evie. Non è la prima volta che nella vita della vincente modella accade un fatto inaspettato a mescolare le carte in tavola e a rovinare una vita in puro stile american dream; anni prima l’amato fratello scompare e viene dichiarato morto di AIDS lasciando la povera Shannon in balia dei genitori.

Durante la riabilitazione in ospedale, Shannon, ha la fortuna di conoscere la Principessa Brandy Alexander, transessuale dal carattere esplosivo cui manca solo un’operazione per poter diventare finalmente una vera donna. La Principessa è l’unica ad avere il coraggio di guardare la povera Shannon in faccia, l’unica a darle suggerimenti di bellezza quando da guardare non c’è più molto. La sfolgorante Brandy trascinerà la silenziosa e bendata modella in un viaggio delirante con il proposito di aiutarla a vendicarsi di Evie e Manus, ma soprattutto le insegnerà a reinventare se stessa. In uno psichedelico gioco delle parti, le aprirà gli occhi e le farà vedere oltre lo sfavillante mondo che conosceva, le dimostrerà che niente e nessuno è mai ciò che sembra.

Chuck Palahniuk è uno degli autori più controversi della scena contemporanea e le sue shoccanti esperienze di vita si riflettono molto spesso nei suoi libri. Una vita segnata da eventi tragici ancor prima di nascere; suo padre bambino, assiste da sotto il letto all’assassinio della madre da parte del genitore. I suoi genitori divorziano quando aveva quattordici anni, il padre si risposa e viene ucciso con la nuova moglie dall’ex di lei; atroce episodio di sangue questo, cui si ispira esplicitamente nel suo romanzo Lullaby. Non ci si sorprende quindi che dopo una vita così difficile, i suoi lavori siano caratterizzati da una violenza sanguinosa, come nel suo libro più famoso Fight Club, divenuto nel 1999 un film culto.

Palahniuk in un’intervista ha dichiarato che il suo dangerous writing, il suo mettere nero su bianco qualcosa che considera per se stesso scandaloso o sconvolgente, che riscuota successo o no, che venda o no, gli permette di esplorare, scaricare e sviscerare i suoi problemi più nascosti e fangosi. Un’introspezione di cui noi lettori possiamo beneficiare in molti dei suoi scritti.

Con uno stile categorizzato come trasgressional fiction, Palahniuk crea un genere letterario che mette in scena personaggi bizzarri e grotteschi, che in mondi e modi altrettanto bizzarri, cercano di districare i più reconditi significati della vita. I suoi modelli letterari comprendono sicuramente il lavoro di Hubert Selby Jr., di Borroughs e dei più canonici James Joyce e D.H. Lawrence.

Se non avete ancora letto Invisible Monsters credo sia giunto il momento di farlo, ma procedete con cautela; tutto, dal linguaggio al modo di essere dei personaggi è hard-core e sopra le righe, semplici frasi sono pugni nello stomaco dell’anima. Libro apparentemente frivolo, regala uno spaccato della società sincero e senza maschere, una critica aperta e cinica condita con del sano black humor, in puro stile Palahniuk.

Francesca Romana Piccioni