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Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale

La mostra che riunisce le sue opere più celebri sarà aperta fino al 31 agosto

Una Frida così non si era mai vista in Italia. Per la prima volta nel Bel Paese l’Autoritratto con collana di spine e colibrì fa la sua comparsa, assieme ad altri capolavori della pittrice messicana più conosciuta al mondo. Capelli corvini, folte sopracciglia e uno sguardo che sa come non farsi dimenticare. Con i suoi autoritratti Frida Kahlo è il simbolo indiscusso di una cultura passionale, indipendente e rivoluzionaria. Gli anni passano e il suo genio continua ancora a meravigliare l’animo umano.

Inaugurata a Roma il 20 marzo alle Scuderie del Quirinale, la mostra che riunisce le sue opere più celebri sarà aperta fino al 31 agosto. Il tema dell’autorappresentazione apre la strada ad un viaggio che racconta la vita dell’artista e il suo rapporto con i movimenti culturali dell’epoca. L’arte di Frida è l’espressione di uno spirito ribelle che si è fuso con la società a lei contemporanea riflettendone le trasformazioni, ma più di tutto è il linguaggio che l’ha portata a riscoprire e reinterpretare il suo passato indigeno. L’espressione del sé attraverso colori e simboli della cultura messicana hanno fatto di Frida l’emblema dell’avanguardia e dell’esuberanza artistica tipica dei primi anni del Novecento.

Il percorso espositivo accoglie 40 straordinari capolavori come l’Autoritratto con abito di velluto del 1926, dipinto per amore e dove il collo allungato ricorda l’estetica di Modigliani. Accanto ai lavori di Frida è presente anche una selezione di opere degli artisti attivi in quel periodo, proprio per sottolineare l’intreccio con i movimenti internazionali - dal Pauperismo al Surrealismo - che influenzarono l’evoluzione della sua produzione artistica. Una serie di disegni e alcune eccezionali fotografie scattate da Nickolas Muray completano il progetto affidato alla cura di Helga Prignitz-Poda, accreditata specialista di Frida Kahlo.

Dalla mostra emerge chiaramente il legame indissolubile tra arte e vita, caratteristica che si fa spazio tra i suoi dipinti come se fosse un profumo delicato ma deciso. Nel 1925, a 18 anni, Frida ebbe un terribile incidente a causa del quale subì molteplici operazioni. Passò il resto della sua vita sopportando dolori fisici e un profondo stato di solitudine, eppure tutto questo non la fermò, anzi. Frida utilizzò l’arte come ancora di salvezza, come finestra per guardare dentro sé stessa, conoscere le sue origini native e il mondo che la circondava. Il talento artistico che fin dall’adolescenza si era manifestato diventò la sua ragion d’essere e portò la pittrice ad affermare sempre di più la propria identità. Costretta a letto dopo l’incidente Frida continuò a dipingere grazie anche all’aiuto dei genitori che la incoraggiarono e le fissarono uno specchio sul soffitto in modo che potesse vedersi. Iniziò così la serie di autoritratti e quando ricominciò a camminare portò i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore dell’epoca, per avere una critica sincera e sapere se poteva aiutare economicamente la famiglia grazie ai suoi quadri. Rivera diventò suo mentore e i due presto si innamorarono. La realtà di Frida era ormai cambiata: aveva consacrato l’arte alla vita e la vita all’arte.

Giulia Giarola