Letteratura NEWS

Bar Sport: quarant’anni dall’esordio di Stefano Benni

BAR SPORT ha compiuto quarant’ anni ed è tornato in libreria per Feltrinelli in edizione speciale

“La briscola. Gioco molto semplice. L’avversario sbatte sul tavolo una carta, e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. È opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po’ di saliva. Le carte prendono così la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un’impastatrice.” 

Bar Sport ha compiuto il mese scorso esattamente quarant’anni ed è tornato in libreria per Feltrinelli in edizione speciale con una nuova introduzione a cura del suo stesso autore, Stefano Benni. Per celebrare al meglio questo compleanno letterario, Benni ha incontrato domenica 11 Settembre nella cornice del Palazzo Ducale di Mantova il suo caro amico Daniel Pennac per discutere insieme del libro e del successo riscosso in tutti questi anni dallo scrittore bolognese.

Ci sono bar e bar e poi c’è il Bar Sport che tutti li accomuna e li fonde in un solo paradigmatico universo, in una sola tribù raccolta sotto la fraterna insegna come intorno a un fuoco, intorno al calore di un’identità minacciata. Stefano Benni, con il suo Bar Sport, ha aperto la porta su un mondo che per tutti è diventato un luogo, anzi il luogo familiare per eccellenza. Il Bar Sport è quello in cui passa il carabiniere, lo sparaballe, il professore, il tecnnico (proprio così, con due n) che declina la formazione della nazionale, il ragioniere innamorato della cassiera, il ragazzo tuttofare. Nel Bar Sport fioriscono le leggende, quella del Piva (calciatore dal tiro portentoso), del Cenerutolo (il lavapiatti che sogna di fare il cameriere) e delle allucinazioni estive.

In questa nuova edizione, dall’ inedita copertina a cura di Luca Ralli, un’accattivante e spiritosa Luisona cartoonizzata la fa da protagonista, con occhi spalancati guarda il possibile compratore e con il suo sorriso monnalisiano racchiude tutto il mistero che contraddistingue questa affascinante e pericolosa brioche. La Luisona è una sorta di creatura leggendaria, mezza pastarella e mezza arma di distruzione di massa, temibile per la sua indigeribilità e per essere “spruzzata con granella di duralluminio” è terrore e vanto del proprietario e degli avventori del Bar Sport.

“Al bar sport non si mangia mai. C’è una bacheca con delle paste ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d’antiquariato.”

Libro importantissimo per la letteratura italiana contemporanea che racchiude l’anima provinciale che contraddistingue il nostro paese e la tradizione del luogo di ritrovo e del racconto goliardico; e dire che lo stesso Benni ha dichiarato che Bar Sport non è neanche il suo libro preferito. Forse una sorta di esorcismo e rifiuto verso  il successo  o come spesso accade di modestia e consapevolezza verso l’imperfezione che solo l’autore di un’opera può veramente catturare. Benni riconosce l’immaturità del suo stile di scrittore ventiseienne ora che a  quarant’ anni di distanza ha molti altri capolavori sulle spalle, lui stesso dichiara nella nuova introduzione al libro di essere contento di “avere scritto libri diversi, più complessi, più pensati, di aver affrontato sfide e rischi”.

Noi però siamo lettori, siamo fan, non siamo né critici letterari né autori che cercano il pelo nell’uovo e  se un libro ci piace, ci entra nel cuore e mette radici, per un motivo o per un altro non può essere sradicato da lì, neanche se è lo stesso autore a criticarlo. Quindi signor Benni, bel tentativo, ma non attacca.

Nonostante Benni abbia mosso critiche severe riguardo lo stile ancora in erba, dice bene nell’apprezzare il gusto della comicità e il piacere della battuta e il fatto che la semplicità di Bar Sport è la sua grandezza.  L’autore in questa nuova introduzione afferma che la rievocazione del bar di provincia o di quartiere come sono descritti quaranta anni fa non esistono più, sono una parte di società andata perduta nella modernità e nei nuovi stili di vita. Nulla di più falso! I tecnnici ci sono ancora, i Cinni ci sono ancora e i bar sport ci sono ancora. Benni  definisce questi luoghi di aggregazione dei “panda”, dunque dal suo punto di vista “animali” fragili e in via d’estinzione, senza però rendersi conto che il panda di per sé è un animale ormai tutelatissimo e inserendo in questo modo  paradossale lo spunto alla mia critica.

“Più che come esperto di filosofia, il professore era molto quotato come esperto di posteriori femminili.” 

La notorietà raggiunta dallo scrittore, la fama conquistata, potrebbe in questi anni averlo portato lontano da quei luoghi e da quel popolino semplice e caratteristico fatto di flipper, telefoni a gettoni, professori e spara balle, luoghi e personaggi che nel ’76 descriveva così bene. Con buono spirito d’osservazione certi soggetti caratteristici si riconoscono a colpo d’occhio in ogni bar anche oggi, non parlo ovviamente degli avventori occasionali, ma di quelli che sono sempre lì, i frequentatori assidui, quelli che hanno una sedia che ha ormai plasmata sopra la forma delle loro natiche, di quelli che prendono solo “il solito, grazie” e di quelli che il barista non fa neanche parlare perché lui sa esattamente cosa vogliono.

Quindi mi rivolgo proprio a lei in prima persona signor Benni, se pensa veramente che questi luoghi non esistano più, se pensa che ne siano rimasti pochi, allora la invito a fare un giro con me per Roma e provincia, le assicuro che le farò riscoprire il fascino vivo e vegeto del Bar Sport , quella piccola commedia umana che lei crede estinta.  Chissà che non le faccia anche trovare una brioche magnifica e indigesta che le ricordi la sua Luisona. Mi faccia sapere.

Per tutti gli altri, i lettori che come me hanno già avuto il piacere di leggere questo libro d'esordio e per quelli che non lo hanno mai fatto, il mio invito è quello di prendere la nuova edizione e fare una propria analisi personale. E se vorrete unirvi, porterò anche voi in giro per i Bar Sport.

Francesca Romana Piccioni