Letteratura

Alta Fedeltà, di Nick Hornby

“[…] Ho passato quasi trent’anni ad ascoltare canzoni sui cuori spezzati, e questo mi ha aiutato? No, mi ha fregato […]”

TITOLO ORIGINALE:   HIGH FIDELITY
AUTORE:   NICK HORNBY
ANNO:   1995
CASA EDITRICE: GUANDA
TRADUZIONE di: LAURA NOULIAN

“[…] Ho passato quasi trent’anni ad ascoltare canzoni sui cuori spezzati, e questo mi ha aiutato? No, mi ha fregato […]”

Alta fedeltà è uno dei romanzi più riusciti di Nick Hornby, un libro che esattamente a 20 anni dalla pubblicazione riesce ancora a delineare i contorni frastagliati delle vite dei trentenni di ieri e di oggi, e di tutti coloro che vivono di passioni come quella per la musica. “[…] E’ facile individuare i vinil-dipendenti, sono quelli che tutto a un tratto smettono di frugare nell’espositore che stanno esaminando, si dirigono verso l’angolo opposto del negozio, estraggono un disco perso in mezzo a tutti gli altri, e si avvicinano al banco; è perché in testa si sono fatti una lista di possibili acquisti […]” Cosa verissima anche per i libro-dipendenti, ve lo posso assicurare.

Il protagonista Rob Fleming, 35enne proprietario di un negozio di dischi usati è esempio classico di “musicofilo” che crede che l’unico modo di mettere a nudo l’anima di un altro essere umano sia attraverso un’accurata valutazione in termini di qualità della sua collezione di dischi. Rob passa le sue giornate a stilare assurde classifiche con i suoi amici e dipendenti Barry e Dick, campioni indiscussi nell’arte de I migliori cinque complessi o cantanti che andrebbero fucilati se arrivasse la rivoluzione musicale (lascio a voi la sorpresa); classifiche su qualsiasi cosa: dischi, film ed episodi di telefilm, esperti nell’elaborazione fantasiosa della vita mentre si annoiano a vendere dischi ai soliti (pochi) clienti fedeli.

Nella vita reale Rob è appena stato lasciato dalla sua fidanzata Laura, e non a torto. Rob non è certo un compagno di vita modello, è il classico esemplare maschio (ma ne esistono anche esemplari femmina di questa specie) impaurito dall’età adulta e che ha post-posto la possibile venuta di questa fase della vita fin dall’adolescenza.

L’unico modo che il nostro protagonista conosce per mettere ordine alle situazioni incasinate è catalogare e riordinare, e come una libreria piena di dischi ammassati alla rinfusa, Rob riorganizza in modo sistematico il suo rapporto con le donne e la sua vita cercando di riprendersi Laura. Come per i dischi, i cantanti e i gruppi, stila una lista delle donne e delle relazioni che hanno inciso in modo significativo e sempre negativamente nella sua vita. Tutte le relazioni, tutti i rifiuti subiti, sono forse ripetizioni in loop di quelli precedenti? Tutte le ferite sono uguali?

Il primo “taglio” è il più profondo, e qualunque cosa Rob senta per Laura, non sarà mai come quella volta con Allison Ashworth il suo primo amore, la sua prima storia durata ben sei ore. Saper incasinare le cose dipende dal passato e dal presente, ma secondo Hornby anche dalle nostre passioni e dalla dedizione che abbiamo per queste.

[…] Sembra quasi che se metti la musica (e i libri, probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa procuri emozioni) al primo posto, non riuscirai mai a chiarire la tua vita amorosa, e non arriverai mai a considerarla come un prodotto finito. Ci troverai sempre qualcosa da ridire, starai sempre in subbuglio, e continuerai a criticare e a cercare di dipanare la matassa finché non va tutto a rotoli e devi ricominciare daccapo. Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo mai a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati o al settimo cielo, e questi sono stati d’animo difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida. […]

Nelle mani di un altro scrittore forse questa storia sarebbe sembrata banale, un romanzetto sull’impossibilità a sistemarsi o sulla paura dell’intimità degli uomini, ma Hornby è uno scrittore eccellente e Alta fedeltà è spassoso e profondo allo stesso tempo, un perfetto mix tra sentimento e cinica realtà. E’ chiaro che non si tratta di un libro di denuncia sociale e non tratta di temi scottanti come le droghe, ma parla di persone normali, dei nostri amici e di noi stessi. E’ un libro pop che a 20 anni sonati è diventato un cult. Nella “discografia” di Nick Hornby è sicuramente uno dei suoi migliori “singoli”, un 33 giri da collezione. Per Rob, e quindi anche per l’autore, non si può essere una persona seria se non si posseggono almeno 500 dischi, voi ce l’avete una collezione di almeno 500 dischi?
Io no, devo assolutamente rimediare.

Francesca Romana Piccioni